Secondo il report redatto in Italia da The European House e Community Valore Acqua per l’Italia e contenuto nel Libro Bianco 2024 Valore Acqua per l’Italia, tra i settori che consumano più acqua in Italia ci sono l’agricoltura, il manifatturiero, la metallurgia, il tessile, la carta, la plastica, la farmaceutica, i trasporti. Ma in che misura? Scopriamolo nel dettaglio.
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I settori che consumano più acqua in Italia
Partendo dall’analisi dei settori che utilizzano l’acqua come principale input produttivo, il settore agricolo si posiziona al primo posto. Secondo il censimento di Istat, l’agricoltura pesa per il 56% dei prelievi idrici annui nella media 2015-2019, primo settore produttivo in Italia sotto questo aspetto (seguito dalla dimensione civile con il 31% e industriale con il 13%). L’agricoltura ha prodotto un valore aggiunto di 34 miliardi di euro nel 2022, in lieve calo del -1,2% rispetto all’anno precedente, e garantisce l’occupazione di 878.000 lavoratori (-2,0% rispetto al 2021), in circa 1,4 milioni di imprese agricole. All’interno del settore industriale, è stato considerato il valore generato dalle imprese manifatturiere “idrovore”, la cui definizione è data dalla matrice di correlazione tra intensità di utilizzo di idrico, ovvero quanta acqua viene utilizzata per produrre un’unità di valore, e l’incidenza dei consumi idrici sul totale dell’industria. Da questa correlazione spiccano i settori dell’estrazione e lavorazione di minerali e della metallurgia, del tessile e dell’abbigliamento, della plastica, della carta e della farmaceutica (nel quadrante più “idrovoro” in alto a destra nella matrice seguente), ma anche l’agroalimentare, la lavorazione del legno, la chimica, la produzione di macchinari e dei mezzi di trasporto rientrano tra i più importanti utilizzatori d’acqua.