Professione: operaio. Hobby: pulire le strade. Simone Riva, 51 anni, di Milano sin da bambino andava in giro a raccogliere la spazzatura. Quella verve ecologista, nel corso degli anni, si è trasformata in un secondo lavoro non retribuito. Già, perché Simone è stato anche tre giorni per strada a pulire senza mangiare né dormire. «Ero allo stremo delle forze», racconta. La sua è la storia di una persona comune allo stesso tempo fuori dall’ordinario, con tanta voglia di fare e aiutare l’ambiente. Ecco che cosa ci ha raccontato in proposito.
Simone, come ti è venuto in mente di intraprendere questa strada?
Da piccolo vedevo mio nonno che spesso buttava le bottiglie di plastica nel camino. Un gesto che ho sempre ritenuto che fosse sbagliato. Da questa memoria è scaturita la mia verve ecologista. Così, ogni volta che andavo al mare sulla costiera romagnola, dove ho una casa, dedicavo un po’ di tempo alla pulizia della spiaggia. Poi questo hobby è diventato quasi un secondo lavoro.
Oggi quali zone ripulisci?
Di tutto, sono infilato persino nei fossi in costume da bagno. Quando vado al mare pulisco le coste, quando resto a Milano, nei dintorni di Peschiera Borromeo, dove vivo, setaccio i quartieri. Lo faccio dal ’77 e ho messo da parte più di 25 riconoscimenti ambientali e 3 record mondiali. Il soprannome “turista spazzino” nato nel 2011 dopo un articolo pubblicato sul Resto del Carlino, mi piace molto.
Ma fai tutto da solo?
Si, mi sono accorto che, dopo tanti anni, mettere le persone d’accordo e creare dei gruppi diventa sempre più difficile, perciò ho abbandonato l’idea di farlo in tanti. Ogni tanto mi danno una mano mio figlio e mio padre, ma la maggior parte delle volte sono solo. A Peschiera Borromeo ho dei contatti con delle associazioni che sanno dove buttare quello che raccolgo.
Come ti gestisci in questa mansione?
Cerco di dedicarci il tempo che posso, da una a due ore al giorno, lasciandomi le zone più difficili al fine settimana, che sono libero dal lavoro. Quando vado in Romagna, dove ho una casa a Savignano Mare, pulisco gli scogli da Cesenatico lungo tutta la costa. Una volta sono pure andato assieme agli Alpini in Liguria per i sentieri boschivi, ma pure attorno a Peschiera Borromeo c’è tanto da fare. Ponte Lambro, ad esempio, è una discarica a cielo aperto, e sulle strade Cassanese e Rivoltana si trova di tutto.
Quali record hai segnato?
In un mese in Romagna ho tirato fuori una tonnellata di rifiuti, ma il record che per me è stato il più faticoso di tutti è stato quando non mi sono fermato per oltre 50 ore, a Peschiera Borromeo. Più di due giorni senza mangiare né dormire, anche se devo dire che prima mi ero allenato e preparato perchè non è qualcosa che si può improvvisare. Ma è stata veramente dura e sono arrivato allo stremo delle mie forze.
Hai mai pensato di candidarti al Guinness dei Primati?
Si, ma oltre al fatto che si deve pagare per candidarsi, vengono proposte delle discipline che ben poco c’entrano con quello che faccio io. In totale, ho guadagnato 3 record mondiali ma, appunto, non riconosciuti dal Guinnes World Record.
Quali sono le cose più strane che hai trovato in giro?
A Paullo ho recuperato un catetere per strada, mentre l’elemento più ricorrente in assoluto è la plastica. In giro ce n’è una quantità industriale e bisognerebbe insistere e sensibilizzare sempre di più sull’educazione civica e ambientale a partire dalle scuole.
Adesso che progetti hai in mente di portare avanti?
A 52 anni non mi avventuro più in battaglie troppo rischiose come quella da 50 ore non-stop. Sicuramente continuerò a pulire sempre. Tanto, se non ci pensano i volontari, sa quanta spazzatura rimarrebbe per strada! Inoltre, le amministrazioni comunali dovrebbero anche fornire più cestini ai passanti, se ne trovano pochi in giro.