L’elefante nella stanza – o, per meglio dire, il Balrog nella grotta – della sottotrama che Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere dedica ai nani è il demone di fuoco destinato a passare alla storia come Flagello di Durin.
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Cosa sono i Balrog
Ma procediamo con ordine. Se i Maiar all’interno dell’economia tolkeniana sono inquadrabili come gli angeli della religione cattolica, i Balrog sono l’equivalente dei demoni. La loro origine risale ai tempi antichi, quando Melkor, muovendo guerra al pantheon dei Valar, costituì un proprio esercito plasmando nuove creature o corrompendo quelle già esistenti. I Balrog sono appunto Maiar sedotti dall’Oscuro signore.
Se si considera che Istari del calibro di Saruman, Radagast e Gandalf (cui si aggiungono i due Stregoni blu) sono Maiar, si comprende la potenza dei Balrog. Il più noto fu senz’altro Gothmog, il comandante delle legioni di Angband, la fortezza posta all’estremo nord del Beleriand tra i Monti di Ferro. Le sue gesta belliche ebbero così risalto tra le schiere degli adoratori di Morgoth che nella Terza Era si trovano ancora orchi che portano il suo nome in segno di rispetto. Questo essere infernale fu ucciso da Ecthelion durante la Caduta di Gondolin.
Il Flagello di Durin
E poi c’è un altro Balrog che occupa un posto di rilievo nei racconti di Tolkien in quanto uno dei pochi a essere sopravvissuto fino alla Terza Era: è quello soprannominato Flagello di Durin ottimamente reso su schermo da Peter Jackson nella seconda parte della pellicola Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello.
Il Balrog di Moria era scampato alla distruzione dei suoi simili e si era rifugiato nelle profondità della terra. Non è chiaro se avesse disertato oppure se semplicemente stesse attendendo momenti più favorevoli nei quali tornare a seminare terrore e devastazione, mentre è pacifico che si addormentò per millenni salvo essere risvegliato dalla stirpe nanica di Durin che prese a scavare con rinnovato vigore nelle viscere di Moria alla ricerca di mithril, metallo raro dotato di una lucentezza senza pari e dalle proprietà miracolose per ciò che concerne la resistenza.
I fan di Tolkien eccepiscono che il risveglio del Balrog di Moria, secondo la timeline stabilita dal professore, avviene solo nella Terza Era. E sempre nella Terza Era verrà sconfitto da Gandalf durante l’imponente duello che consentirà all’Istar di trasformarsi in ciò che Saruman sarebbe dovuto essere da principio. Viceversa, ne Gli Anelli del Potere il risveglio viene anticipato alla Seconda Era.
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Ma questi sono dettagli poco importanti. Come si diceva, il Balrog in questione rappresenta il proverbiale elefante nella stanza perché ha già iniziato a dare segnali di inquietudine: con ogni probabilità il grande terremoto che colpisce Moria lasciandola al buio è opera sua. Non dimentichiamo che, nella prima stagione, si intravede per alcuni frame proprio subito dopo il rinvenimento di un nuovo giacimento di mithril.
Insomma, le le sue lingue di fuoco incombono minacciose sul regno e sul destino di Durin IV (e per certi versi pure su quello di Balin, che chi ha letto Lo Hobbit conosce altrettanto bene).
Il Balrog di Moria è destinato a giocare un ruolo di primaria importanza sia nel destino dei nani, sia nella sinossi de Gli Anelli del Potere, mai così strettamente collegata ad alcune delle sequenze più spettacolari della trilogia cinematografica che Peter Jackson ha dedicato a Il Signore degli Anelli.
Come si può vedere facendo un rapido raffronto tra le immagini del Balrog così come è stato rappresentato finora nello show Amazon con quelle del lungometraggio per il cinema, il character design è pressoché invariato, salvo alcuni particolari secondari (come la curvatura delle corna). Come finirà tra i nani e il Balrog? Quale destino attende il reame di Moria? Be‘, se ha preso quel soprannome (Flagello di Durin), potete immaginarlo, ma vederlo attraverso sequenze che confidiamo spettacolari sarà comunque un piacere.