In un mondo ideale, perfetto come la proverbiale “O” di Giotto, Astro Bot sarebbe dovuto uscire assieme a PlayStation 5. Si tratta infatti di un concentrato di idee, intuizioni, mini game e quant’altro che sfruttano in modo mai visto il DualSense. Avrebbe insomma potuto rappresentare la vetrina perfetta delle potenzialità della nuova console Sony. Mentre giocarlo ora, a metà del ciclo di vita della piattaforma giapponese, induce a chiedersi se ci saranno altri titoli in grado di replicare simili esperienze. E data la qualità di Astro Bot non sarà affatto facile.
Astro Bot, la recensione
Astro Bot non solo ha tutti i meriti appena descritti nell’attacco di questa nostra recensione, ma ci ricorda anche che se la Cina è in grado di sfoderare Black Myth: Wukong, i cugini giapponesi restano ancora i numeri uno per inventiva e simpatia. Soprattutto, dimostra che pure dopo il momento oscuro di Concord, il sole torna comunque a brillare.
I ragazzi del Team Asobi hanno sviluppato un platform 3D giapponese fino al midollo, perennemente sospeso tra tradizione e innovazione, ma soprattutto mai uguale a se stesso. Ogni livello di Astro Bot è stato creato al solo fine di donare all’utente una esperienza unica e irripetibile. Dopodiché si cambia stage e si avrà a che fare con nuove regole, inedite meccaniche.
Si resta piacevolmente inebetiti di fronte a una simile carrellata di proposte ludiche e guizzi a tratti geniali. Ciascuno, come si diceva, in grado di chiamare in causa il Dual Sense nei modi maggiormente disparati. Astro Bot è un concentrato di gameplay e umorismo nonostante sia del tutto scevro di orpelli: la trama è ridotta all’osso (un alieno dispettoso distrugge la nostra astronave PlayStation 5 che si schianta su un pianeta che sarà l’hub 3D di gioco disperdendo l’equipaggio e il nostro alter ego dovrà, a bordo del caccia stellare DualSense, rinvenire la ciurma) e allo stesso tempo non c’è un solo particolare su schermo che non abbia finalità ludiche.
Nella sua essenzialità, Astro Bot schiera in rassegna una tale mole di mini-game che sfruttano fin nel profondo le specifiche della console su cui gira che è difficile non restare estasiati. Tutto ciò s’accompagna, fortunatamente, con un impianto stilistico di pregio che fa il paio con un character design da film Pixar. Tanto i comprimari del nostro “Wall-E interplanetario” quanto i suoi nemici, boss inclusi, sono semplicemente adorabili.
Certo, essendo una rassegna si ha l’impressione che il gioco saltelli qua e là senza mai fermarsi per approfondire: potrebbe essere il solo limite di una meccanica tanto variegata. Ma se a quanto appena raccontato aggiungete che Astro Bot abbonda di richiami scanzonati e ironici ai videogame che hanno fatto la storia, da Okami a God of War, potrete ben intendere perché ogni partita vi lascerà un sorriso stampato sul volto.