Secondo Repubblica il governo è al lavoro per modificare i criteri per poter accedere all’assegno unico per i figli. Si tratta di una misura introdotta dall’ex primo ministro Mario Draghi nel 2021 e che finora dava diritto a un massimo di 200 euro per figlio. I costi (20 miliardi di euro sul bilancio dello Stato) e altre problematiche come l’assenza delle famiglie straniere tra i beneficiari starebbero spingendo Palazzo Chigi ad aggiustare la misura. Con il concreto rischio che alcune famiglie non riceveranno più alcuna somma.
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Assegno unico: chi rischia di non riceverlo più?
Al momento sulla stampa si leggono ipotesi che riportiamo. Sarebbero due le categorie su cui il governo Meloni intenderebbe intervenire per rimodulare l’assegno unico: le famiglie con ISEE superiore ai 45mila euro (ad oggi in questo caso i genitori ricevono 57 euro al mese) e quelle che proprio non presentano l’ISEE potrebbero infatti non aver più diritto all’assegno unico. Con le risorse risparmiate il governo punterebbe a distribuire i fondi sempre alle famiglie, ma introducendo nuovi criteri.
Perché hanno introdotto l’assegno unico nel 2021?
L’obiettivo della misura era di riunire e sostituire una serie di prestazioni precedenti, come il bonus bebè, gli assegni familiari e le detrazioni fiscali per i figli a carico. L’assegno unico è universale perché destinato a tutte le famiglie, indipendentemente dal reddito, anche se l’importo varia in base alla situazione economica del nucleo familiare, calcolata tramite l’ISEE.
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