La ricerca sul test del sangue APS2 (Amyloid Probability Score 2) rappresenta un importante passo avanti nel tentativo di ottenere una diagnosi precoce dell’Alzheimer. Questo test combina la misurazione di proteine specifiche nel sangue, collegate all’Alzheimer, mostrando un’accuratezza del 91% nel rilevare la malattia tra individui con sintomi cognitivi. I risultati sono stati presentati di recente a Philadelphia alla Conferenza Internazionale dell’Alzheimer e pubblicati su JAMA, sottolineando come il test possa superare le diagnosi effettuate dai medici senza accesso ai biomarcatori, che raggiungono solo il 61% di accuratezza.
Alzheimer, il nuovo studio
La validità del test APS2 è stata verificata su oltre 1.200 persone con un’età media di 74 anni, provenienti da cliniche di cure primarie e specialistiche in Svezia. Questo test ha mostrato risultati consistenti anche quando i campioni venivano analizzati in modo prospettico, suggerendo che potrebbe essere applicato con successo nella pratica clinica reale. Utilizzare due valori di soglia ha ulteriormente migliorato la capacità del test di identificare l’Alzheimer.
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L’importanza di questo sviluppo è amplificata dalla recente introduzione di farmaci che possono rallentare l’Alzheimer nelle sue fasi iniziali. La diagnosi precoce diventa cruciale per rendere i pazienti idonei ai trattamenti. Secondo gli esperti, avere un test del sangue affidabile potrebbe rivoluzionare il processo, rendendo possibile una diagnosi più tempestiva e accurata, specialmente nelle cure primarie.
Nonostante i risultati promettenti, i ricercatori sottolineano la necessità di ulteriori studi per valutare l’impatto pratico del test sulla cura clinica. Resta da vedere come questo nuovo metodo diagnostico influenzerà effettivamente i risultati per i pazienti e se sarà economicamente sostenibile per l’uso diffuso negli ambulatori medici.