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Una delle malattie neurodegenerative più diffuse al mondo, seconda solo all’Alzheimer, che rappresenta una sfida quotidiana per chi ne è affetto: il Parkinson è un disturbo neurologico che in Italia affligge oltre 300.000 persone, causato dalla progressiva morte dei neuroni nella parte del cervello che controlla i movimenti. Oltre a sintomi evidenti come tremori, rigidità muscolare e lentezza nei movimenti, la patologia porta con sé anche fatica, depressione e insonnia, compromettendo gravemente la qualità della vita. 

E nonostante le numerose terapie disponibili per gestire i sintomi, soprattutto nelle fasi avanzate, una cura definitiva ancora non esiste. 

Parkinson, perché lo sport fa bene

Oltre a numerosi consigli per poter migliorare la condizione dei pazienti a livello quotidiano, sempre più  studi scientifici dimostrano i benefici dello sport nel rallentare la progressione della malattia e nel migliorare il benessere emotivo. 

Praticare una disciplina in gruppo contribuisce anche a creare legami, fondamentali per far sviluppare tra i pazienti un senso di appartenenza e sostegno reciproco. 

Ed è proprio con l’intento di raccontare la potenza dello sport, di gruppo o individuale, che lo scorso 16 luglio un gruppo di pazienti affetti da Parkinson ha attraversato a nuoto lo Stretto di Messina, con un duplice obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica su questa malattia neurodegenerativa e raccogliere fondi in favore delle diverse realtà che sul territorio offrono assistenza e servizi dedicati.

L’iniziativa è stata chiamata Swim for Parkinson: organizzata da Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus, con il patrocinio della Federazione Italiana Nuoto e della Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, ha rappresentato un’impresa di grande coraggio da parte degli sportivi partecipanti. 

Swim for Parkinson nello Stretto di Messina 

«Sono stati complessivamente 30 gli impavidi nuotatori, provenienti da tutta Italia e qualcuno anche dall’estero, che hanno percorso, chi per intero, chi in staffetta, i quasi 4.000 metri che separano Capo Peloro da Cannitello», racconta a StartupItalia il professor Michele Tinazzi, presidente di Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus. 

Un’impresa, giunta alla quarta edizione, che ha rappresentato un’occasione per avvicinare altre persone con il Parkinson alla pratica sportiva e un momento unico di condivisione tra malati, familiari e medici. «Fin dalla prima traversata, tra i partecipanti ci sono state anche la professoressa Francesca Morgante e la dottoressa Mariachiara Sensi, neurologhe della Fondazione LIMPE che, con Cecilia Ferrari ed Emanuela Olivieri, entrambe persone con il Parkinson, hanno fatto parte del Comitato organizzatore della manifestazione».

Un’occasione unica, insomma, per mettersi alla prova e dimostrare che i limiti imposti dalla patologia possono essere superati insieme, bracciata dopo bracciata. «Quest’anno abbiamo chiamato il progetto “Outdoor” per sottolineare come l’attività motoria possa migliorare il benessere psicofisico delle persone con Parkinson», prosegue Tinazzi. 

Lo sport per tutti: un alleato prezioso nella malattia

Un progetto, quello della Swim for Parkinson, che da 4 anni continua a creare quel senso di appartenenza e sostegno reciproco fondamentale tra neurologi, caregiver, familiari e pazienti.

L’anello di congiunzione è proprio lo sport: da circa vent’anni, infatti, numerosi studi scientifici dimostrano i benefici dell’allenamento nel rallentare la progressione della malattia e migliorare il benessere psicofisico delle persone con Parkinson.

Le iniziative della Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus, nata nel 2014, non finiscono comunque qui. «Ci sono molti progetti della fondazione volti a migliorare i sintomi motori e non motori della malattia». L’obiettivo? Aiutare i pazienti a vedere lo sport come un alleato prezioso per il loro benessere e per la lotta contro la malattia.

La Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus

«Negli ultimi due anni della mia presidenza della società scientifica Parkinson e disturbi del movimento, che è molto vicina alla nostra fondazione, ho creduto molto nell’attività motoria», ricorda Tinazzi. «In Italia la riabilitazione è vista in modo antitetico rispetto all’esercizio fisico, oppure al contrario è vista come fosse la stessa cosa… In realtà sono situazioni completamente diverse. Il paziente che va dal neurologo esperto in disturbi del movimento e malattie di Parkinson riceve una gestione farmacologica, ma non sempre un consiglio adeguato sull’esercizio fisico».

La fondazione Limpe ha avviato una raccolta fondi per sostenere le iniziative delle diverse organizzazioni di malati e familiari in tutta Italia, che organizzano attività motorie su misura per le persone con Parkinson. «È importante chiarire che l’esercizio fisico, l’attività sportiva e ludica sportiva sono diversi dalla riabilitazione. Il neurologo deve fare una prescrizione specifica di esercizio fisico per il paziente, come il nordic walking, la bici da spinning, lo yoga, il trekking, il nuoto o altre attività. Tutte queste attività devono essere declinate nelle iniziative delle diverse organizzazioni di malati e familiari in tutta Italia». 

La situazione dei servizi in Italia «potrebbe essere migliore, ma non possiamo lamentarci perché per il Parkinson si fa molto, anche a livello di società scientifica. La nostra Fondazione è molto attenta anche ai caregiver, ma c’è bisogno del supporto della politica per migliorare la loro condizione, fatta di molti sacrifici, conclude Tinazzi. 

Per esempio, a Verona è stato avviato un progetto pilota per insegnare ai pazienti le strategie motorie da utilizzare fuori dalla struttura ospedaliera: «Tuttavia, ciò richiede sempre la presenza del caregiver, che deve essere supportato sempre di più».

Immagine: Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus