Ai giorni d’oggi mettersi a preparare qualcosa da mangiare richiede non solo voglia ma anche tempo. Tempo che, spesso, non c’è. E allora si ricorre ai pasti pronti, i cosiddetti “ready to eat“, un segmento di mercato che nel 2022 valeva oltre 14 miliardi di dollari e che, secondo Statista, raggiungerà i 100 miliardi di euro entro il 2027. Già perché la domanda attesa è in costante crescita. Stiamo parlando per lo più di piatti precotti che necessitano solo di una scaldatina in forno, padella o microonde. In questo settore di mercato lavora Saporeeto, startup che propone una pasti pronti per il consumo sfiziosi e saporiti ma, allo stesso tempo, attenti al benessere fisico, alla sostenibilità e al risparmio.
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Quando non si vuole rinunciare al gusto
Il target a sui si rivolge Saporeeto è abbastanza specifico: sono i flexitariani, ovvero coloro che non sono propriamente vegetariani anche se questo tipo di alimentazione caratterizza la maggior parte della propria dieta, ma possono consumare, di tanto in tanto, anche carne o pesce. «Questo è il nostro target principale anche se non è l’unico – racconta Tommaso Pelladoni, general manager di Saporeeto – Offriamo soluzioni sostenibili e bilanciate con prodotti plant based che vengono cucinati secondo le tradizionali ricette italiane». In questa direzione, Saporeeto, con sede a Bovolone, in provincia di Verona, ha lanciato il suo nuovo impianto produttivo, il “Food Lab“, dove in 3000 metri quadri di spazio si testano, studiano e producono i prodotti che poi sono pronti per essere lanciati sul mercato.
«L’idea è nata un paio di anni fa dall’incontro tra Carlo Alberto Maggiolo, co-founder di Saporeeto, e uno chef che lavorava in un ristorante stellato, il nostro Rudy Casalini, oggi responsabile della ricerca e sviluppo nella startup, che è stato in grado di portare l’innovazione in questa realtà con semilavorati che si potessero assemblare». Da quell’intuizione sono venuti fuori piatti 100% vegetali e sfiziosi.
Le proposte di Saporeeto
Con due linee di prodotto: una gourmet e una plant-based, Saporeeto punta a superare il milione di pasti pronti prodotti entro il 2027. «Il procedimento produttivo che facciamo con i semilavorati nasce con l’idea di creare un kit di assemblamento dedicato non solo al B2B, e quindi al mondo della ristorazione, ma anche al cliente finale – spiega Tommaso – Così è iniziato il percorso della nostra azienda e l’idea di creare questi pack che oggi è Saporeeto». Se, inizialmente, il team era composto da Tommaso, Rudy e Carlo Alberto, oggi la startup conta una decina di persone, tra interni e collaboratori esterni. «Operiamo in Italia ma anche in Germania, Repubblica Ceca e Slovenia – spiega Tommaso – Il nostro prossimo obiettivo ora è quello di consolidarci nel mercato italiano, dove siamo nati e dove vogliamo diventare i player di rifermento, ma anche in quello europeo, che conta più volumi e possibilità di crescita».
I prossimi obiettivi della startup
Intanto, Saporeeto pensa anche al lungo termine: «Vogliamo anche ampliare i prodotti plant-based e la gamma di salse e condimenti proposti. Quello della GDO per noi è un mercato competitivo e sappiamo già che dovremo vedercela con grandi player, ma sono tante le opportunità che offre». Oltre al mercato italiano, in Europa il team di Saporeeto è pronto a esplorare anche altri confini: «Nel prossimo anno rafforzeremo la nostra rete anche in Francia, Germania e Regno Unito, che per noi sono quote di mercato importanti nel settore dei piatti pronti. Poi guarderemo anche al Nord America, che è un altro mercato particolarmente attento a questo tipo di cucina». Le ambizioni sono, quindi, quelle di andare oltre confine ma con i piedi ben saldi in Italia «Senza ombra di dubbio, restare basati qua è per noi molto importante, non solo per la ricerca dei prodotti di qualità ma anche per la portata innovativa all’interno della categoria», conclude Tommaso.