«Le nuove tecnologie stanno cambiando il mondo. E la scuola non può ignorare temi dirompenti come l’intelligenza artificiale. In più, strumenti di AI, risorse multimediali, video possono essere molto utili agli studenti». Elia Bombardelli, 36 anni, di Trento, docente di matematica e content creator, il 20 giugno sarà sul palco di SIOS24 Summer, a Roma, per parlare di “Formazione: investimenti nel futuro” insieme a Elisa Zambito Marsala, Responsabile Education Ecosystem and Global Value Programs di Intesa Sanpaolo. Bombardelli insegna al Liceo Steam International di Rovereto e tiene parte di un corso di matematica generale all’Università Bocconi di Milano. «Mi hanno contattato proprio grazie alla mia attività su YouTube», ci racconta. Già nel 2012, molto prima del ricorso obbligato alla didattica a distanza dei tempi del lockdown, Bombardelli realizza contenuti per la piattaforma: videolezioni di matematica, esercizi, esperimenti scientifici.
«C’era un vuoto che ho contribuito a colmare, quando poi è arrivata la pandemia il traffico è cresciuto». Oggi il suo canale conta oltre mezzo milione di iscritti e 100 milioni di visualizzazioni complessive. «Numeri importanti per il settore educational, che mi riempiono di gioia e senso di responsabilità. È come avere una grande classe virtuale con studenti che per la maggior parte non ho mai visto in faccia». L’attività su YouTube gli è valsa anche un incontro con il presidente della Repubblica: Bombardelli è tra i 12 creator che lo scorso marzo sono stati invitati al Quirinale per un confronto con Mattarella dal titolo “La Costituzione in Shorts”. «Un onore e una grande emozione. Ho parlato di istruzione e del ruolo che possono avere le risorse digitali, come i video online, per contribuire a garantire il diritto allo studio».
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Cosa ti ha spinto ad aprire un canale YouTube?
Ai tempi dell’università, nel 2010, avevo trovato dei video in inglese che mi erano stati utili per preparare un esame. Durante il tirocinio per l’abilitazione all’insegnamento, ho controllato in rete se ci fossero dei video di matematica in italiano per le scuole superiori. Non c’era nulla, così ho pensato di realizzare qualche contenuto per i miei studenti. Non immaginavo che li avrebbero visti anche tanti altri. Ho scelto YouTube perché permetteva a me il caricamento gratuito e ai ragazzi la fruizione libera.
Usi i tuoi video a scuola?
Sì, a volte li assegno come compito a casa, insieme agli esercizi, per ripassare un argomento già spiegato in classe. Altre volte lavoro in modalità flipped classroom (classe capovolta): i ragazzi guardano il video prima, arrivano a scuola con un’infarinatura e così possiamo dedicare la lezione a esercizi e lavori in gruppo. Il tempo risparmiato per la spiegazione in aula consente di concentrarsi su attività per cui la presenza ha un ruolo più determinante. I ragazzi e i genitori apprezzano.
E i colleghi cosa ne pensano?
Quando ho cominciato erano abbastanza straniti. Molti professori vedevano YouTube come una piattaforma di video scanzonati, non un luogo per contenuti didattici. All’inizio c’era curiosità e scetticismo, poi i canali educational sono aumentati. E con la pandemia il fenomeno è esploso. Oggi tanti miei colleghi consigliano video agli studenti. Il grosso vantaggio è che sono risorse sempre disponibili, per tutti, on demand.
Qual è il segreto per un video che funziona?
Un mix di elementi, a partire dal montaggio. Non pubblico mai la registrazione di una lezione come la farei in classe. Tutti i contenuti sono progettati bene prima e poi montati in modo da avere pillole di 10 minuti per argomenti che in classe ne richiederebbero 30. Un altro fattore premiante è che i contenuti coprono quasi tutto il programma del liceo: ho creato dei piccoli percorsi multimediali con oltre 250 videolezioni organizzate in playlist tematiche. È come se si sfogliasse un libro di testo. Tutti gli esercizi sono svolti e spiegati passo passo. È importante poi avere uno stile comunicativo fresco e chiaro, che vada dritto al punto senza annoiare.
Su YouTube parli anche di intelligenza artificiale: alleato o nemico degli studenti?
L’AI stravolgerà le nostre vite, e io credo in meglio. Nell’ultimo anno e mezzo ha avuto un’accelerazione clamorosa. Dobbiamo introdurre il tema nelle scuole, fare formazione per i docenti e attività con i ragazzi. Per esempio, quando si fanno esercizi di debate (dibattito) in classe, può essere stimolante chiedere all’AI se le proprie argomentazioni reggono o meno, sfidare ChatGPT. Al tempo stesso, bisogna spiegare agli studenti come funzionano questi strumenti, che non sono oracoli infallibili e a volte possono prendere qualche abbaglio.
Anche l’AI può nascondere insidie…
Vedo più opportunità che pericoli, ma non trascuro i rischi. Ed è fondamentale parlarne. Facile per un quattordicenne dire “c’è l’AI, allora il compito me lo fa ChatGPT e io non studio più”. Bisogna prevenire da subito questi vizi educativi e accompagnare i ragazzi verso un uso virtuoso della tecnologia. Altrimenti portare l’intelligenza artificiale a scuola diventerebbe un autogol più che un’opportunità.
Quali sono le competenze indispensabili per gli studenti di oggi?
Prima di tutto, a proposito di digitale, dovrebbero saper navigare in rete in maniera sicura e consapevole e capire quali sono i comportamenti da evitare. A scuola bisognerebbe lavorare di più anche sulle soft skill: creatività, problem solving, capacità di lavorare in gruppo. Prevale ancora un approccio frontale, a scapito di attività che consentano ai ragazzi anche di confrontarsi con i compagni.
Su cosa puntare per la formazione del futuro?
Nella mia scuola collaboriamo con vari partner aziendali che simulano un ingaggio: i ragazzi elaborano un progetto, imparano a lavorare insieme, sviluppano le soft skill. Noi docenti poi valutiamo i loro lavori e l’azienda dà il suo feedback. Ecco, soggetti esterni, imprese, istituti bancari, possono essere utili alla scuola. Possono contribuire anche a parlare di tematiche trasversali, come l’AI, la sostenibilità, l’educazione finanziaria, che fanno più fatica ad arrivare in classe perché non riguardano una materia specifica o perché mancano le risorse adatte. Insieme possiamo costruire la scuola del futuro.