Dopo aver licenziato quasi 2mila dipendenti a fine gennaio scorso e chiuso di recente quattro studi dell’ecosistema Xbox – sono Arkane Austin, Tango Gameworks, Alpha Dog Games e Roundhouse Games -, si torna a parlare di Microsoft perché stando a Bloomberg il gigante di Redmond non ha ancora terminato la propria operazione di riduzione dei costi. Secondo la testata, infatti, sarebbero in corso trattative con alcuni dipendenti di ZeniMax (acquisita nel 2020 per 7,5 miliardi di dollari) per fissare i termini di accordi di buonuscita.
La protesta contro i licenziamenti di Microsoft
Come da tempo raccontiamo su StartupItalia, il comparto videoludico sta affrontando dal 2023 un periodo di profonda crisi. Sono molte le software house che stanno chiudendo (pochi giorni fa è toccato a Paladin Studios). Ma per un colosso come Microsoft, il cui reparto gaming è guidato da Phil Spencer (in foto d’apertura) come si spiegano questi continui tagli al reparto videogiochi? Dopo la sbornia di consumi digitali degli anni della pandemia e i massicci investimenti con tanto di assunzioni, le società del comparto devono fare i conti con un mercato che non rispecchia più i dettami da lockdown.
In più Microsoft viene da un lungo periodo di battaglie legali per chiudere il capitolo Activision: la software house americana, la cui acquisizione per quasi 70 miliardi di dollari era stata annunciata nel 2022, è entrata nella famiglia Xbox soltanto alla fine del 2023 dopo aver superato tutti i controlli delle autorità antitrust. Investimenti del genere suggeriscono che l’azienda voglia puntare sulle software house che ha in pancia, scremando però quelle che non ritiene sufficientemente in crescita.
La situazione all’interno dell’ecosistema Microsoft è tesa. Come ha riportato The Verge Dinga Bakaba, a capo della software house Arkane Lyon, ha espresso pubblicamente la propria preoccupazione per il futuro delle case di sviluppo della famiglia Xbox, a cominciare da quelle non ancora toccate dai licenziamenti. «Non rendete i nostri ambienti di lavoro giungle darwiniste», ha postato.
La recente chiusura della software house Tango Gamework ha sorpreso i più, soprattutto perché il suo titolo Hi-Fi Rush aveva raccolto finora entusiasmi sia da parte dei gamer che dei vertici della multinazionale. Quanto sta accadendo a Microsoft non è un caso isolato: il 2024 continua a essere un anno tempestoso per il mercato del lavoro videoludico, dalla crisi europea di Embracer, ai licenziamenti di Sony, fino ai tagli di Take-Two.