Quali sono i vostri peggiori incubi? Rimanere chiusi in un manicomio con un pazzo scatenato pronto a farvi fuori rientra nella top 5? Per la serie videogiochi horror con multiplayer asimmetrico, Deceit 2 è il nuovo capitolo di un IP lanciata nel 2016 e sviluppata da World Makers con l’intento di generare una costante ansia nel gamer, alle prese con un’angosciante lavoro di analisi degli altri personaggi, risoluzione di enigmi e corse a perdifiato.
Deceit 2, la recensione
Disponibile su console PlayStation e Xbox oltre che su PC, Deceit 2 è un prodotto nel quale il bello sta soprattutto nel vestire parti diverse. Sono tre le opzioni: è possibile buttarsi nello scenario di gioco nei panni delle vittime, un piccolo gruppo di persone rinchiuse in un ambiente pieno di insidie e il cui unico obiettivo è trovare la chiave e scappare. In alternativa potrete essere il Game Master, il capo di tutta la baracca diabolica che ha la finalità di portare a termine un terribile rituale.
Ultimo, ma non per importanza, gli infetti. Sono due nel gruppo di nove persone che correranno per il manicomio. Il loro scopo è diverso rispetto a quello degli innocenti e non si faranno scrupolo nell’ucciderli per vincere. Sulla carta Deceit 2 è un titolo che potrebbe senz’altro stuzzicare gli appassionati di survival horror. Purtroppo per quanto riguarda la trama nulla viene approfondito e per questo lasciato all’immaginazione del gamer.
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Per riuscire a giocare è fondamentale parlarsi e parlare con gli altri, cercando di capire chi sono gli infetti, ad esempio. Questi ultimi avranno un canale audio a loro dedicato, nel quale coordinarsi per non farsi scoprire al volo. Le armi in Deceit 2 sono fondamentali, ma non bastano per sopravvivere. Immancabile la visuale in prima persona, fondamentale per non dare mai troppi punti di riferimento al gamer.
A livello di gameplay l’esperienza raggiunge la sufficienza, e le migliorie grafiche aggiungono quel tocco di realismo che contribuisce a spaventare. Essendo un free to play necessiterà di aggiornamenti per rendere le run più coinvolgenti. Indispensabile infine aver a che fare con team affiatati e collaborativi: altrimenti sarà il caos.