«Artisti 7607 fa una scelta doverosa per difendere la dignità professionale non solo dei nostri artisti ma di tutta la categoria. Non vogliamo subire atteggiamenti ostruzionistici e accettare compensi irrisori da parte delle piattaforme streaming». Neri Marcorè è uno degli artisti che ha aderito alla causa contro Netflix, decisa dalla società che tutela e gestisce i diritti di migliaia tra attori e doppiatori. L’obiettivo di questa iniziativa è «ottenere il compenso adeguato e proporzionato spettante per legge».
Cosa chiedono gli artisti a Netflix
Tra i nomi più noti che hanno preso una posizione critica contro il gigante dello streaming americano ci sono Valerio Mastandrea, Elio Germano, Carmen Giardina, Michele Riondino, Alberto Molinari e Paolo Calabresi. «Proprio le piattaforme che trattano e sfruttano dati si rifiutano, grazie al loro strapotere economico e contrattuale, di fornirci i dati previsti dalla normativa e di corrispondere conseguentemente i compensi agli artisti – ha commentato Germano -. E parliamo di multinazionali i cui ricavi vengono esclusivamente dallo sfruttamento di opere audiovisive».
Alla base della causa fatta da Artisti 7607 a Netflix c’è l’accusa di una sproporzione tra la remunerazione degli attori e i ricavi della multinazionale. «Ci assumiamo questa responsabilità – ha sottolineato Valerio Mastandrea – perché le scelte che vengono fatte oggi riguardano tutti e avranno ripercussioni sul presente e sul futuro di tanti artisti e di tante generazioni. Anche quelle che verranno dopo di noi».
Industrie creative: tempi di proteste
Negli ultimi anni il mondo delle industrie creative e dell’intrattenimento si è mobilitato, a partire da quanto successo ad Hollywood. Nel 2023 il polo cinematografico più famoso al mondo è stato teatro di mesi di proteste da parte degli attori, sceneggiatori e autori che chiedevano maggiori garanzie, oltre a una tutela più efficace dall’abuso dell’AI sul set.
Di recente si è esposto anche l’ambito musicale, con centinaia di cantanti e pop start che hanno rivolto un appello alle Big Tech impegnate sull’intelligenza artificiale. Hanno chiesto che abbia fine quel che è stato definito un «assalto alla creatività» ad opera dei software di intelligenza artificiale.