Una coalizione di oltre 24 gruppi per i diritti digitali e democratici, ONG e organizzazioni no-profit, tra cui noyb e Wikimedia Europe, hanno scritto all’organismo di regolamentazione dell’Unione europea per la protezione dei dati citando Meta come esempio di malpractice e chiedendo più trasparenza nel rispetto per la privacy degli utenti presenti in rete.
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Il caso Meta sui diritti digitali
L’anno scorso, nell’Unione Europea, Meta ha dichiarato che avrebbe raccolto il consenso degli utenti regionali per tracciarli e profilarli nella gestione della propria attività di annunci di micro-targeting. Ma il social di Zuckerberg ha offerto agli utenti la possibilità di pagare almeno 9,99 euro al mese per un abbonamento senza pubblicità (per ogni account che hanno su Facebook e Instagram) o accettare il tracciamento. Non sono state rese disponibili altre scelte, nonostante il GDPR stabilisca che affinché il consenso possa costituire una valida base giuridica per il trattamento delle informazioni personali, questo deve essere dato liberamente.
Cosa chiede il gruppo per i diritti digitali
I gruppi per i diritti digitali e democratici chiedono al Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) di agire contro quegli approcci chiamati “consenso o paga” per il trattamento dei dati personali dei cittadini. Se ciò non avvenisse, lamenta il gruppo, si verrebbe creare una via d’uscita pericolosa per le big tech che potrebbe non garantire la protezione dei dati e indebolire il diritto alla privacy.