La nostra rubrica alla scoperta delle realtà che lavorano nel settore sportivo si tuffa nelle ultime innovazioni dell’abbigliamento tecnico, fondamentale per allenarsi al meglio. Con oltre 200 aziende che producono articoli sportivi per il mercato outdoor, l’Italia è il 4° Paese europeo per volume d’affari nel comparto. Le prime due Nazioni (rispettivamente Germania e Francia) e il Regno Unito sviluppano oltre il 50% del fatturato del settore. Prima di addentrarci nelle storie di alcune note realtà, scopriamo quanto vale oggi il mercato dell’abbigliamento tecnico a livello italiano ed europeo.
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Quanto vale l’abbigliamento tech?
Secondo gli ultimi dati diffusi da ICE-Agenzia sul mercato europeo dell’outdoor, nel 2022 il comparto ha registrato un valore complessivo di 6,1 miliardi di euro, in crescita dell’11,5%. Il valore è così ripartito: abbigliamento tecnico (2,8 miliardi di euro), calzature tecniche (1,6 miliardi di euro), tende e sacchiletto (506 milioni di euro), zaini (468 milioni di euro), accessori tecnici (462 milioni di euro) e attrezzatura per l’arrampicata (166 milioni di euro). Il comparto outdoor è uno dei più dinamici dello SportSystem, secondo gli ultimi dati resi noti dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Negli ultimi 10 anni è cresciuto costantemente, arrivando a generare in Italia un giro d’affari di 379 milioni di euro suddivisi in: abbigliamento tecnico (168 milioni di euro), calzature (138 milioni di euro), altra attrezzatura (zaini, tende, sacchiletto: 46 milioni di euro), accessori (27 milioni di euro).
Anche in questo settore, l’intelligenza artificiale ha dato una spinta all’intero comparto, con l’adozione di nuovi sistemi sempre più personalizzati e tailor made per una resa sempre migliore da parte degli sportivi. Scopriamo, allora, insieme, quali sono alcune di queste realtà.
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K-Sport World, AI ai blocchi di partenza
Ha recentemente chiuso un round da 5 milioni di euro K-Sport World, azienda che in Italia lavora sull’AI applicata all’abbigliamento tecnico. Abbiamo intercettato il suo a.d. Alberto Guidotti, che nel 2021 ha comprato la maggioranza della società. «Col il mio team abbiamo iniziato a lavorare nel Milan club sui risultati dei calciatori grazie a un sistema di sensoristica integrato nelle tute sportive – racconta l’a.d. – Nei primi 10-12 anni abbiamo puntato alla sopravvivenza: la pubblicità era la nostra unica retribuzione ed emergere in questo settore era molto difficile, anche se alla base c’è un brevetto sui nostri algoritmi di machine learning». K-Sport World ha messo a punto una tecnologia che impara dalle performance del calciatore e capisce come quelle performance potranno evolvere durante la stagione. «Il nostro algoritmo di calcolo misura le prestazioni sulla base del GPS ed è baricentricamente posizionato sul corpo del calciatore. Abbiamo adattato la maglietta affinchè i sensori possano misurare, ad esempio, quante accelerazioni sono state fatte, l’intensità, la velocità, l’efficacia dell’azione, la precisione con la quale vengono eseguiti i passaggi – spiega Alberto – Dal 2018 lavoriamo con la Lega Calcio».
Guidotti racconta a StartupItalia i progetti di K-Sport World per il futuro: «Oggi contiamo circa 260 squadre clienti nel mondo, in Italia 2/3 del nostro mercato. Abbiamo triplicato il fatturato e l’utile netto e adesso vogliamo entrare nel mondo consumer, sui cui saremo ufficialmente operativi da settembre. Nel nostro database vantiamo 7000 professionisti tra cui i testimonial Messi, Ronaldo, Belotti e stiamo pensando a un modello nuovo in cui il giocatore si possa sentire ancora più ingaggiato. Vogliamo anche investire in altri sport, oltre a quello del calcio. In questa ottica abbiamo siglato un accordo con Valentino Rossi per la prima maglietta sensorizzata da mettere sotto la tuta per i ciclisti e con l’astronauta Walter Villadei per la nostra prima tuta spaziale. Puntiamo a diventare un unicorno e quotarci al Nasdaq».
We Wear, l’AI nel virtual fitting
Oggi le soluzioni che grazie all’intelligenza artificiale permettono di creare il capo ideale per il proprio corpo sono sempre più richieste. We Wear, nata a Milano nel 2018, è una startup tecnologica che con una soluzione end-to-end lavora con i brand nell’ambito del virtual fitting anche nel settore dell’abbigliamento tecnico con la creazione di un “digital twin”.
«Con il “virtual try on” proponiamo al brand una soluzione che è pronta per andare sul mercato e, tramite soluzioni integrate, applichiamo l’AI nella fase di prova dell’abito – spiega il team – Il cliente, grazie al nostro sistema di digitalizzazione, ottiene due vantaggi principali: il canale online che offre allo sportivo la possibilità di vivere un’esperienza con tratti simili a quella del negozio fisico, tramite l’avatar che si è creato dall’app, e la riduzione della possibilità di imbattersi in eventuali richieste di reso». Dopo avere installato l’app, il cliente entra nel camerino 3D dove è presente un sistema che ne rileva le misure e le elabora in tempo reale. La prova è tridimensionale proprio per garantire la massima sicurezza e vestibilità. Sbagliare taglia diventa quindi molto difficile, assicurandosi un prodotto che veste al meglio e che per gli sportivi è essenziale.