Un gruppo di genitori, insieme a figli e figlie, anche con disabilità, decide di riunirsi una volta alla settimana per fare merenda. In breve tempo l’appuntamento diventa un evento aperto a tutta la comunità e così nell’ottobre 2022 nasce Progetti Fantasia, un’associazione che è come una grande famiglia, che include ed unisce le forze di tutte e tutti, attiva a Busto Arsizio (Varese) e nel territorio circostante.
«Con altri genitori facevamo già parte di altre associazioni, ma ci mancava la possibilità di poter trascorrere insieme un po’ di tempo. Così è venuta l’idea della merenda al giovedì», spiega Simona Veronica Lamperti, presidente dell’associazione, ma prima di tutto mamma. Una merenda che permette anche ai giovani con disabilità, in particolare con sindrome di Down o disturbo dello spettro autistico, di stare insieme con i loro coetanei, mentre i genitori si ritagliano un momento per chiacchierare fra di loro.
Uno spazio di convivialità aperto a tutte e a tutti, che accoglie ogni giovedì un ospite misterioso che si racconta ai presenti. Assessori, professionisti, scrittori e scrittrici, youtubers, maestri e maestre: chiunque abbia qualcosa da dire trova le porte aperte. «Ogni nostro ospite arricchisce i partecipanti. Quando hai un momento di incontro come questo, cadono tutte le barriere: è solo la conoscenza fra persone che può evitare la formazione di pregiudizi».
Perché “Progetti Fantasia”
Il nome dell’associazione coniuga due aspetti fondamentali: «Abbiamo capito che con la neurodiversità è necessaria una progettualità, ma sempre con fantasia, come nell’idea di Walt Disney: se puoi sognarlo, puoi farlo».
L’idea della merenda è così affiancata da molte altre attività, dai post sui social per «far vedere il bello delle cose» all’apertura di un canale YouTube, “Felicemente diversi”, dalla creazione di un logo alla stampa delle magliette, tutte di colore diverso, perché «noi vogliamo essere portatori di arcobaleni».
Grazie alle tavole rotonde supervisionate dalla psicologa e psicoterapeuta Chiara Pigni, poi, i genitori progettano e organizzano tante attività che per le ragazze e i ragazzi sono momenti importanti per stare insieme ad altri giovani, ma anche per diventare sempre più autonome ed autonomi, migliorare le abilità sociali grazie all’apprendimento diretto, vissuta sul territorio.
Ecco allora che fare merenda insieme è un’occasione di allenamento per andare in un un locale ed imparare a fare le ordinazioni, mentre la canzone Azzurro di Adriano Celentano diventa un inno alla vita cantato insieme alla banda di Borsano (quartiere di Busto Arsizio), Borsound 1919, in un concerto dove ragazzi e ragazze cantano, presentano e organizzano.
E ancora, i laboratori di musica e di arte diventano occasione per diffondere cultura, mentre la visita in un atelier di moda diventa occasione per provare abiti di sposa e organizzare piccole sfilate, ma anche un luogo dove una delle ragazze dell’associazione avrà la possibilità di effettuare uno stage per realizzare il suo sogno.
Poi ci sono anche le visite, come quelle al Parlamento italiano ed europeo, mentre il 24 aprile 2024 l’associazione Progetti Fantasia avrà udienza dal Papa.
Progetti Fantasia entra anche nelle scuole: in dirittura d’arrivo c’è un video per mostrare alle persone che la neurodiversità si può conoscere e rappresenta uno dei tanti modi di essere. Come sottolinea Simona, «se ognuno porta il proprio contributo emotivo, la sua conoscenza e la sua partecipazione, si può costruire una comunità dove la parola inclusione non serve più, semplicemente perché nasce spontanea; l’inclusione non si può imporre con decreto».
Genitori che si supportano l’un l’altro
In tutti questi momenti i genitori si aiutano e si supportano tra di loro, affiancati da volontari e volontarie, che sono «la nostra forza». Non solo adulti, ma anche ragazzi e ragazze che hanno deciso di dedicarsi all’associazione, fra i quali anche uno dei figli di Simona. E così Alessia, Beatrice, Giulia, Riccardo, Elisa, Oscar, ma anche gli studenti e le studentesse dell’Istituto Olga Fiorini – Marco Pantani di Busto Arsizio trascorrono parte del loro tempo con i ragazzi e le ragazze di Progetti Fantasia, creando una rete di amicizia.
L’associazione è così «una grande famiglia con una comunità attorno», che riconosce le specificità e i bisogni di ciascuno e ciascuna. «La società spesso tende a etichettare. Tuttavia, etichettare frammenta. Noi, invece, vogliamo far capire che già in una sola famiglia si è tutti diversi, ma la famiglia è famiglia, senza bisogno di ulteriori etichette. Allo stesso modo noi vogliamo essere comunità e far capire che nella comunità ci siamo tutti. Siamo onde di un mare grande: questo è diventato il nostro motto. Tutti abbiamo gli stessi diritti e doveri e tutti siamo diversi l’uno dall’altro: ognuno, nella sua diversità, ha un’unicità che permette di creare una comunità».
Un’unica grande comunità
Ancora Simona sottolinea: «Noi vogliamo che ragazzi e ragazze possano vivere nella società come parte attiva di un bene più grande, la comunità. E la conoscenza è l’unico strumento per far sì che possiamo stare tutti e tutte nel nostro mare, con la consapevolezza che ognuno ha i propri bisogni, che non possono essere etichettati».
Così se i volontari supportano i ragazzi e le ragazze dell’associazione, gli stessi ragazzi e ragazze a loro volta aiutano la comunità attraverso numerosi progetti di volontariato e di cittadinanza attiva, fra i quali – solo per citare qualche esempio – la pulizia dei parchi in prossimità dei cimiteri del territorio o la partecipazione al banco alimentare. «A tutti cerchiamo di far capire che è bello donare il proprio tempo agli altri».
Il cerchio allora si chiude: i genitori, i figli e tutte le persone che fanno parte dell’associazione, ma anche coloro che non ne fanno parte, sono un’unica grande comunità. La conclusione di Simona è esemplificativa di cosa voglia dire essere comunità: «Sono felice, perché sento di fare parte di qualcosa di bello». Altre parole non servono.