E’ la prima web radio fatta, diretta e condotta solo da ragazzi tra gli 11 e i 17 anni. Un successo grazie alla Rete
Si chiama Radioimmaginaria un progetto ideato e gestito da studenti. Il manifesto dell’emittente non lascia spazio a dubbi: “Dei contenuti nessun adulto s’impiccia; facciamo e diciamo ciò che vogliamo. Andiamo in onda da qualsiasi posto: da una camera di una nostra amica, da un garage, da un parcheggio di una discoteca, dal pullman”.
Cos’è Radioimmaginaria
Una vera rivoluzione. I nativi digitali, grazie a Facebook e alla rete si sono organizzati, senza alcun veto o limite da parte dei grandi. A dare il via alla radio, nata a Castel Guelfo, è stato il bolognese Michele Ferrari, regista, ex fotografo, autore televisivo. Una volta partita, Ferrari, ha passato il testimone ai più giovani, a chi ha tra gli 11 e i 17 anni. Oggi la redazione diretta dalla diciottenne Giulia Morini, conta su corrispondenti in tutt’Italia: a Napoli, a Cremona e a Roma. L’antenna puntata in alto, “pronta a trasmettere e ricevere i segnali del mondo che verrà” – come spiegano i ragazzi sul sito della radio – fa più di 140.000 ascolti e conta su 5.900 followers.
Di cosa parlano i ragazzi di Radioimmaginaria
I ragazzi trattano di temi diversi: musica, scuola, omofobia, femminicidio, pace e politica. Vanno a stuzzicare i candidati sui temi a loro vicini. Trasmettono ciò che li riguarda in modo talvolta scherzoso. A Radioimmaginaria così va in onda “La scuola che vorrei”, dove i ragazzi di Cremona si scambiano consigli sulla scuola superiore da frequentare, su come la vorrebbero: “Forse le medie potrebbero migliorare”; “La mia scuola ideale deve avere le macchinette a prezzi bassi”; “Una scuola dove ognuno possa fare teatro e cinema”.
I partner
Un progetto che è riuscito ad ottenere l’attenzione dell’Ordine dei giornalisti, di Radio24 e Radio Uno, che appaiono tra i sostenitori della radio. Ma non solo. Radioimmaginaria è stata media partner ad Arezzo Wave e ha inviato i suoi giornalisti al Festival di Sanremo. Tutto funziona come in una redazione “da grandi”: nella sessione chiusa del gruppo Facebook si fanno le riunioni di redazione e il consiglio delle antenne, formato dai caporedattori delle varie sedi in Italia, si tiene in contatto in ogni momento affinché tutto proceda senza intoppi. Perché una radio fatta da adolescenti? “Perché non è troppo presto per essere grandi”, rispondono i giornalisti immaginari.
Come si sostengono
E ora per sostenersi, i ragazzi, hanno inventato il “diarioimmaginario” che arriverà nelle librerie prima dell’inizio dell’anno scolastico. Un vero e proprio successo che è destinato a diventare un “caso” nazionale e a fare scuola: qualcuno sta già pensando di replicare l’idea a partire dalla propria aula, sempre e rigorosamente, senza l’impiccio di noi grandi.
Idee immaginarie per tipi immaginari che andrebbero ascoltate da ogni professore. A Radioimmaginaria si scherza, si ride ma non si dimentica della strage della strage del Vajont a differenza di qualche insegnante che nemmeno si ricorda di quanto accaduto sul monte Toc. Una radio con le porte sempre aperte: basta scaricare la App gratuita per far parte della redazione, inviare servizi o ascoltare.