Alina Gnerre parla di Class-it, un servizio web e mobile per migliorare la qualità di apprendimento degli studenti, che offre contenuti personalizzati e lo scambio di materiale online
Oggi vi racconterò una storia. E’ la storia di migliaia di studenti italiani che si avvalgono di strumenti informatici per migliorare il loro apprendimento. E’ la storia di una scuola finalmente digitalizzata in cui ogni studente viene accompagnato durante il suo percorso in un luogo di apprendimento non più confinato ma esteso. Questa storia non è ancora realtà, ma è la storia che vorrei raccontarvi e per la quale sto lavorando.
C’era una volta “Start Cup Campania 2014″…
Mi trovavo in un’aula universitaria seguendo una lezione. Il professore scriveva frettolosamente formule alla lavagna, i suoi vestiti erano sporchi di gesso e vi garantisco che dalle ultime file non riuscivamo a distinguere una x da una y. Ad un tratto qualcuno interruppe la spiegazione: un altro professore ci comunicava di un concorso, lo “Start Cup Campania 2014” volto a promuovere idee innovative provenienti dagli studenti di tutta la regione.
Ed è stato quando ho posato nuovamente lo sguardo sulla lavagna riducendo gli occhi a due fessure, e vedendo che sulla variabile x erano comparsi anche un paio di occhi e una linguaccia, che ho capito che si doveva fare qualcosa.
L’inizio dell’avventura
Purtroppo la mia generazione non è abituata a mettersi in gioco. Trovare un team con cui partecipare alla competizione è stata la parte sicuramente più difficile. C’è stato chi si è arreso ancor prima di cominciare… “troppo difficile”, diceva. C’è stato chi non era per niente interessato e chi ci scherzava su. Fortunatamente c’è stato anche chi si è mostrato entusiasta e ha risposto subito “quando cominciamo?”.
Così è iniziata la nostra avventura. Il team, composto da due studenti al terzo anno di Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi del Sannio, un esperto di comunicazione ed un economista si è subito messo in gioco cercando di capire come presentare l’ idea.
Decidemmo da subito che sarebbe dovuta essere rivoluzionaria. E chi meglio di persone che dalla scuola sono da poco uscite possono capirne i reali problemi e trovare le soluzioni.
Nasce Class-it, ma cos’è?
Class-it è una piattaforma che si prepone come obiettivo quello di migliorare la qualità di apprendimento degli studenti. Al giorno d’oggi gli studenti fruiscono dei contenuti dei corsi tramite materiale cartaceo, piattaforma di e-learning o tramite dispense saltuariamente distribuite. Lo studio è un’attività che risulta individuale e confinata.
Class-it è un’applicazione mobile che permette di creare una classe virtuale relativa ad uno specifico corso, consentendo lo scambio di contenuti non solo durante la lezione ma anche al di fuori, creando un luogo dove gli utenti possono interagire scambiandosi domande ed approfondimenti.
Il progetto prevede inoltre un ambiente social fortemente innovativo: i post inviati dall’utente non sono collegati alla conversazione o alla geolocalizzazione come avviene negli altri social network bensì a specifiche parti di un contenuto testuale (ad esempio una parola, una formula matematica, una frase), configurandosi in tal modo come dei post-it virtuali sotto forma di hyperlink, condivisi con l’intera classe.
Uno slancio verso la scuola digitale
Class-it aumenta il piacere dello studio, permettendo allo studente di organizzare i propri appunti in maniera semplice e coinvolgente, consentendo di personalizzare i contenuti attraverso l’acquisto di strumenti come stickers, segnalibri, evidenziatori etc. Dunque l’applicazione si configura come uno zaino dentro cui l’utente trova i propri appunti, i propri libri e tutto ciò che può facilitargli lo studio grazie anche alla possibilità di comunicare con i compagni di corso ed eventualmente con il docente.
La scuola digitale di cui tanto si parla, ha una fotografia che ancora non ci soddisfa. Studi rivelano che non è un problema di mancanza di strumenti digitali, ma che occorre anche ripensare il metodo di apprendimento nell’era digitale. Un metodo che valorizzi la strumentazione tecnologica disponibile oggi, potenziando al tempo stesso l’autonomia nello studio e la formazione di un autonomo profilo culturale. Se la scuola, l’università o gli enti privati devono essere il mezzo per un’incisiva azione di contagio digitale che coinvolga tutti, bisogna apportare una ventata di cambiamento.
Non sappiamo chi vincerà la competizione, ma il nostro sguardo volge all’orizzonte, dove la nostra immaginazione incontra il futuro che ci piacerebbe vivere.
di Alina Gnerre