“Quanto si può risparmiare?” Questa la prima e inevitabile domanda da fare al co-fondatore di MoneyFarm, la startup italiana che permette sull’omonimo portale di pianificare e gestire gli investimenti. “Il 50% rispetto a un intermediario tradizionale”, ha risposto Giovanni Daprà, che nel 2011 ha concepito la startup con Paolo Galvani e Andrea Scarso.
Andrea Scarso, Giovanni Daprà e Paolo Galvani
Si sta parlando di organizzare il proprio denaro con uno sforzo economico che non supera l’1% del capitale. “Questo permette anche a chi ha piccoli patrimoni, si pensi a 20mila euro, di seguire questa strada senza dover pagare consulenti che possono arrivare a costare 400 euro per mezza giornata”, spiega Daprà. L’abbattimento dei costi di deve all’utilizzo della tecnologia per rivoluzionare un anello della catena finanziaria tradizionale; che è quello di cui parliamo e auspichiamo quotidianamente su SmartMoney (leggi /startup/16751-perche-le-banche-hanno-bisogno-delle-startup-fin-tech/il punto di vista di una banca e qui la visione di David Wolman). A occuparsi del denaro degli utenti sono solo quattro persone. “Gli sviluppatori sono sei: siamo una società tecnologica prima di tutto”, ci tiene a sottolineare il fondatore di MoneyFarm. I due numeri effettivamente rendono bene l’idea di una realtà particolarmente snella proprio nell’ambito più delicato e vicino al canale canonico, quello della consulenza finanziaria.
La ricetta sembra funzionare. MoneyFarm ha già rastrellato più di 4 milioni di euro da fondi di venture capital e conta 15mila utenti attivi sul portale. Il numero di risparmiatori Daprà non lo scuce, ma ci dice che la media di soldi investiti è di 45mila euro a cliente. E ci dà un’anticipazione: entro il 2014 porterà la sua attività nel Regno Unito. “Rimaniamo in Italia, ma vogliamo aggredire anche altri mercati”, spiega. Fra le nuove possibilità offerte dalla piattaforma vale inoltre la pena segnalare il suggerimento gratuito e immediato a cui si può accedere senza registrazione e gli accordi con le banche che consentono di fare direttamente l’investimento consigliato dagli esperti del portale. Hanno già aderito Banca Sella e Ifigest. In questo caso MoneyFarm porta a casa lo 0,65% dell’investimento, mentre il modello di business generale prevede abbonamenti con cifre variabili in base al gruzzoletto che si vuole mettere in circolo.