«Su Internet è giocare, non è lavorare». E’ un signore anziano a dirlo? Di quelli che schiacciano con forza con un solo polpastrello i tastoni di un vecchio cellulare in bianco e nero? No. E’ un ragazzo, un ventenne, un cosiddetto nativo digitale. Siamo ad AnnoUno, su La7, in una baraonda di voci di giovani… Read more »
«Su Internet è giocare, non è lavorare». E’ un signore anziano a dirlo? Di quelli che schiacciano con forza con un solo polpastrello i tastoni di un vecchio cellulare in bianco e nero? No. E’ un ragazzo, un ventenne, un cosiddetto nativo digitale. Siamo ad AnnoUno, su La7, in una baraonda di voci di giovani che cercano di avere la meglio per poter fare la propria proposta a Matteo Renzi, ospite in sala. E’ la risposta che sovrasta la voce di Niccolò Ferragamo, CEO di KiwiLocal e presente alla trasmissione, mentre cerca di parlare del suo mondo: quello delle startup. Prendendo le parole della presentatrice, Giulia Innocenzi, è l’unico che ha speranza in mezzo a quella ventina di ragazzi e ragazze. Evidentemente sperare è un verbo che non viene insegnato ad essere coniugato, né nelle scuole, né in famiglia. Ma c’è un’altra cosa che stupisce di più: Internet è considerato un gioco. E’ uno strumento, e siccome è tale si può scegliere come usarlo. (altro…)