L’Italia è il secondo produttore di vino al mondo un giro d’affari di 14,6 miliardi di euro ma resta ultima negli acquisti online.
Gli italiani non amano il vino online, di tutte le bottiglie comprate nel nostro Paese solo lo 0,2% viene acquistato in rete. Siamo gli ultimi in classifica dietro a Spagna e Francia, ma anche a USA e Cina. Una conferma, questa, della nostra scarsa propensione a comprare su internet prodotti enogastronomici. Alla vigilia del Vinitaly, è questo il dato che emerge dall’analisi svolta da Tannico, azienda di e-commerce di vino con oltre 10.000 clienti e più di 30.000 bottiglie vendute ogni mese.
Siamo i secondi produttori di vino al mondo
L’Italia è seconda, dietro alla Francia, per produzione di vino con 44,4 milioni di ettolitri prodotti e un giro d’affari di 14,6 miliardi di euro. Il comparto Food&Wine, come evidenziato dai dall’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano, sta facendo registrare tassi di crescita del 30% ogni anno. Ma allora perché non compriamo vino online?
Farinetti, gli italiani e gli acquisti in rete
Forse ha ragione il patron di Eataly Oscar Farinetti quando dice che gli italiani amano ancora toccare con mano i prodotti prima di acquistarli e il vino, si sa, è da sempre parte integrante della nostra cultura. La consuetudine e la grande quantità di produttori e rivenditori presenti su tutto il territorio fanno sì che in Italia le persone preferiscano comprare una bottiglia direttamente in negozio invece che affidarsi a internet. Il grosso della vendita, infatti, è legato alla grande distribuzione con una percentuale del 86,3%; il restante 13,7% comprende la vendita diretta e il canale internet con un valore complessivo di 12 miliardi di euro.
Cina, prima in classifica
Se il nostro Paese è l’ultimo classificato la Cina, dal canto suo, è la prima della classe con una penetrazione del canale online pari al 27%. Le ragioni del successo dell’e-commerce sono dovute al fatto che, a differenza dell’Italia, si presenta come il mezzo più efficace e veloce per accedere al mercato del vino, all’interno di un settore nuovo e privo di canali di vendita radicati nel territorio.