Come hackerare l’intera catena alimentare partendo dall’orto? Come trasformare produzione e accesso al cibo? Queste le tematiche al centro della quattro giorni di appuntamenti
HackOrto è il titolo di un’area tematica del prossimo Internet Festival 2015 (IF2015) completamente dedicata alla relazione tra food ed innovazione, al centro di una due giorni in cui i maggiori esperti nazionali del tema si incontreranno per dialogare insieme sul futuro del cibo. IF2015 lancerà una sfida importante: come possiamo hackerare un’intera catena di valore come quella del cibo a partire proprio dall’orto? Come le persone, i processi e i dati possono collegarsi tra di loro e trasformare così la produzione e l’accesso al cibo? In un anno strategico per il rilancio del food made in Italy abbiamo immaginato di strutturare il palinsesto sulla base di tre trend strategici sul cibo nell’era dell’infosfera.
Il food nell’epoca social media
Quotidianamente consumiamo cibo, ne parliamo con gli amici e ci informiamo in rete su come esplorare nuove strade del gusto. Ma soprattutto fotografiamo il nostro cibo. Chiunque di noi ha, almeno una volta nella vita, fotografato il suo piatto al ristorante o una sua ricetta casalinga e l’ha condivisa (su Instagram, Twitter o Pinterest) con gli hashtag #food e #foodporn. Una rapida ricerca su Instagram dei contenuti legati a #foodporn ci restituisce circa 67milioni di contenuti, mentre la ricerca su #food ce ne offre addirittura 148milioni.
Il cibo, nell’epoca dei social media, diventa un oggetto quotidiano di comunicazione in quanto fotografato e condiviso allo scopo di raccontare un momento, un’esperienza ma anche per raccontare ciò che siamo. Il diffondersi di programmi dedicati al cibo, l’accessibilità a ricette online che ci permettono di emulare i migliori chef stellati hanno una conseguenza culturale sulla nostra società non di poca importanza. Nella dieta mediale degli utenti della rete il cibo ne è una parte predominante, modifica le nostre relazioni in rete, modifica il nostro status in rete, ne diventa quasi un carattere determinante strutturandosi come una «Food Society» (Antonio Belloni, Food Economy. L’Italia e le strade infinite del cibo tra società e consumi, 2014, Marsilio) . Per le aziende del food oggi è sempre più strategico indagare quali sono le ragioni per cui il cibo è fotografato, idolatrato, esibito, narrato e perché la sua presenza in tv, sui giornali, sul web è così ingombrante.
Esperienze di acquisto «aumentate»
Nell’era delle tecnologie ubique i consumatori contemporanei utilizzano i propri device per accedere ad informazioni su come autoprodurre il proprio cibo sano o come acquistare prodotti attraverso esperienze «aumentate» dalle tecnologie che ci “avvicinano virutalmente” ai produttori e riducono la filiera.
Sono sempre in aumento le necessità dei consumatori che desiderano riappropriarsi della propria sovranità alimentare facendo scelte responsabili nel proprio carrello, come l’acquisto di cibo a km zero, biologico, biodinamico o prodotto eticamente. Da qui il recente aumento dei farmers maket che iniziano a ripopolare le piazze delle città italiane, mentre, dal punto di vista tecnologico assistiamo all’incremento di startup che offrono servizi di abbonamento a prodotti freschi selezionati attraverso esperienze d’acquisto smart. L’incremento del numero di startup legate al food-delivery ha persuaso i più grossi venture ad investire in questo settore a suon di grant milionari.
La più naturale delle attività umane, scegliere cosa mangiare, è diventata in qualche modo un’impresa che richiede un notevole aiuto da parte degli esperti.
Come siamo arrivati a questo punto?
Il dilemma dell’onnivoro di Michael Pollan
Agricoltura open source
Makes, hackers, think tank, gruppi locali, in forme spesso auto-organizzate, sviluppano sistemi di produzione e di distruzione del cibo che si basano sulla condivisione di informazioni, progetti, semi, dati, così da rendere inefficaci standardizzazioni e controllo del sistema alimentare.
Basti immaginare progetti quali Open Source Seeds Initiative nel quale ad essere condiviso sotto licenza CC non sono pezzi di codice ma semi per autoprodursi il proprio cibo o idee come Aker.me che permette a chiunque di diventare un urban farmer scaricando gratis i file sorgente, stamparli con una fablab e iniziare a coltivare a casa propria. In questa cornice culturale lo spirito Open Source della rete sta irrorando lo spazio dei campi coltivati per ricostruire la piccola economia agricola e riportare la produzione alimentare in una posizione centrale nella nostra vita quotidiana.
La “democratizzazione” delle tecnologie digitali favorisce l’emergere di rinnovati sistemi produttivi creando sempre più quella che viene definita come agricoltura smart. Nel lungo periodo l’agricoltura intelligente consentirà agli contadini di conoscere quali possano essere le condizioni ottimali per la produzione alimentare sostenibile: droni, sensori e centraline montate sulle macchine agricole potranno studiare e ottimizzare l’utilizzo del suolo.
Quale relazione tra il food e la rete?
In un contesto produttivo come quello italiano le opportunità offerte dalle innovazioni tecnologiche sono ancora oggi degli spazi inesplorati, come inesplorate sono le produzioni agroalimentari di cui il territorio italiano è disseminato. La struttura del mercato alimentare italiano è alla base dell’area tematica di IF2015 dedicata al food: trovare soluzioni tecnologiche concrete alle piccole realtà produttive italiane. Nei giorni di venerdì 9 e sabato 10 ospiterà alcuni tra i maggiori esperti di alimentazioni e tecnologie che si confronteranno sui possibili opportunità che la rete offre nel presente.
Non mancheranno ospiti che sapranno condividere le proprie vision su ciò che rappresenta oggi il cibo per noi e su come si evolverà il settore nei prossimi anni. Proveremo a re-immaginare la catena alimentare tracciando nuove linee guida per affrontare il futuro del cibo e il cibo del futuro. Qui il link al programma completo di IF2015: http://www.internetfestival.it/eventi/