Dall’idea di una tesi di laurea, l’azienda tedesca Hyve persegue l’obiettivo di portare un’intera palestra in casa per tenersi in forma divertendosi dentro mondi virtuali tridimensionali.
Da quando il musicista, informatico e net-critico Jaron Lanier ha creato il primo guanto per realtà virtuale sono passati quasi venti anni. In questo lasso di tempo gli ambienti virtuali immersivi hanno fatto parecchia strada e l’utopia di mondi alternativi da vivere senza spostarsi fisicamente ha trainato una grande ondata di innovazione tecnologica, ispirando una vasta filmografia, da Total Recall a Matrix.
Pensati per la riabilitazione neurofisiologica, per informare sugli effetti della guida sotto effetto di alcolici, usati nella chirurgia a distanza e nel training degli astronauti, i mondi 3D immersivi adesso escono dalle palestre della Silicon Valley e approdano nel nostro salotto per fare ginnastica.
Hyve, azienda di designer e tecnologi tedeschi, ha sviluppato il prototipo di un sistema di fitness casalingo per chi non ha abbastanza tempo e voglia di andare fino in palestra ad allenarsi. Il loro sistema, Icaros, offre un casco per la realtà virtuale e un telaio robotizzato per trasformare l’attività fisica in un’avventura e una scoperta per prevenire la noia che spesso si prova nell’allenamento ripetitivo fatto da soli, in casa o in palestra.
Ma come funziona Icaros?
Icaros è a tutti gli effetti una macchina per il fitness attraverso cui allenare i muscoli e stimolare il coordinamento motorio e sensorio.
Perciò intanto bisogna posizionarsi sullo scheletro robotico di Hyve. I movimenti prodotti una volta sdraiati su Icaro controllano la direzione e l’attività simulata proiettata attraverso il visore prescelto, Oculus Rift.
Il software installato nella consolle di comando proietta nel visore un mondo immaginifico realizzato al computer e consente di vivere un’esperienza di realtà sostitutiva mentre uno smartphone alloggiato sul telaio di Icaro misura i movimenti del soggetto grazie agli accellerometri presenti nel telefono che invia tutti i dati necessari per aggiustare direzione e spostamenti di chi lo guida alla consolle di comando per mezzo di una connessione wi-fi.
In questo modo i movimenti necessari per esplorare l’ambiente virtuale proiettato dagli occhiali 3D sono esattamente gli stessi che servono quando si usano i muscoli per scalare una montagna, volare in deltaplano sulle Alpi e surfare le onde di una spiaggia californiana.
Il prototipo di Icaros, nato da una tesi di laurea, è stato presentato a un evento pubblico a Berlino e sperimentato da molti stupefatti partecipanti. Per realizzarlo su scala industriale i giovani berlinesi che l’hanno inventato stanno pensando a una campagna di crowdfunding per industrializzarlo e portarlo nelle case al costo di una normale macchina per il fitness.
Da rimarcare che se per ora i mondi proiettati nel caschetto sono ancora abbastanza semplificati, c’è però la possiblità nel futuro di entrare in mondi fotorealistici e muoversi attraverso il proprio alter ego tridimensionale tra flotte intergalattiche e sciami di meteoriti. I suoi sviluppatori ne sono certi.