Viene da San Jose, in California, e ha ricevuto 150.000 dollari da Intel come premio per le sue ricerche. Questa è la breve storia del giovanissimo scienziato che attraverso le mutazioni del DNA vuole sconfiggere l’HIV e la meningite.
Andrew Jin ha solo 17 anni, suona il piano (ad altissimi livelli visto che si è esibito anche al Carnegie Hall di New York) ed è capo scout. Ma, oltre a questo, è un grande scienziato nonostante la giovane età. Ha infatti creato una macchina che, attraverso un complesso algoritmo, è in grado di rilevare eventuali mutazioni nel DNA umano. E sono mutazioni davvero fondamentali visto che, secondo Andrew, potrebbero essere usate per sviluppare nuove soluzioni contro malattie devastanti come l’HIV o la meningite.
Come era facilmente immaginabile il progetto non è passato inosservato. Intel lo ha premiato, con 150.000 dollari e il primo posto (da condividere con altri due colleghi), in un contest mondiale volto alla ricerca dei più grandi talenti in ambito scientifico.
La curiosità come punto di partenza
Andrew, a San Jose, in California, è partito da un semplice desiderio: scoprire di più sull’evoluzione che ha portato l’uomo a compiere un viaggio lungo millenni, a trasformarsi, a cambiare la propria natura così tante volte. «La curiosità è stata la molla che mi ha fatto interessare a temi come la selezione naturale e l’evoluzione delle specie. Noi, del resto, sappiamo praticamente tutto dal punto di vista teorico ma molto meno sulla realtà effettiva delle cose. Per questo ero curioso di scoprire come alcune mutazioni siano riuscite a cambiarci così tanto, aiutandoci a diventare quello che siamo oggi».
L’algoritmo di Andrew Jin
Il progetto ha preso in esame 179 sequenze di DNA provenienti da differenti parti del mondo. Ogni sequenza consisteva in 3 milioni di coppie di basi di DNA che sono state analizzate dal’algoritmo creato da Andrew. Al termine del processo sono state individuate 130 mutazioni legate al metabolismo, alle reazioni immunitarie e ad altri fattori che hanno giocato un ruolo importante nell’evoluzione umana.
Per completare il suo lavoro, il giovane scienziato ha seguito un programma estivo al MIT di Boston. Grazie a laboratori moderni e tecniche all’avanguardia, ha potuto affinare la sua ricerca dedicandosi solo ad una manciata di mutazioni potenzialmente interessanti: tra di queste, ovviamente, erano presenti quelle implicate nella possibile resistenza a malattie come le meningiti o quelle potenzialmente capaci di diminuire la vulnerabilità nei confronti di virus come l’HIV. Il risultato finale? “Se le mie ipotesi saranno confermate, tutto ciò potrebbe tradursi nello sviluppo di nuovi rimedi attraverso la creazione di medicinali e terapie ad hoc”. Ovvero la salvezza per milioni di persone.
Il futuro di Andrew Jin
Eppure, nonostante l’enorme mole di lavoro fatta, siamo solo agli inizi: «È innegabile che queste mutazioni rivestano un ruolo fortissimo nella possibilità di resistere a queste minacce. Ma per avere ulteriori conferme ho bisogno di portare avanti altri esperimenti biologici per studiare il loro meccanismo di protezione. Ed è proprio questo quello che ora sto portando avanti, ogni singolo giorno».
Andrew ha appena terminato l’high school (l’equivalente del nostro liceo) e deve prendere, a breve, una scelta importante: il college che potrà dargli il massimo supporto per le sue ricerche. Le offerte non mancano (Harvard, UCLA, Stanford…) ma si tratta comunque di una decisione delicata. Tutto senza dimenticare l’elemento più importante della sua vita: “Sì, continuerò a suonare il pianoforte. La musica è la mia vera grande passione, quella che sento più mia”.