Hoope è un device low cost, trasportabile ovunque, capace di eliminare ogni dolore durante il suo utilizzo. Creato da una startup peruviana serve a diagnosticare malattie sessuali comuni: sifilide, gonorrea, tricomoniasi, clamidia.
Una startup peruviana ha inventato un device, Hoope, che permette di diagnosticare, in maniera rapida e indolore, quattro malattie sessualmente trasmissibili: sifilide, gonorrea, tricomoniasi, clamidia. Disturbi, tra i più comuni, che riguardano ben 500 milioni di individui. Ogni singolo anno. Un numero in continuo aumento, soprattutto tra i teenager.
I risultati di ogni singolo test vengono trasmessi prontamente alla app di Hoope e sono consultabili in ogni momento in maniera facile e intuitiva. L’utente è in grado di informarsi sulla malattia direttamente dal proprio smartphone, ricevendo una serie di consigli e raccomandazioni su come curarsi, o informazioni sulla clinica o sull’ospedale più vicino. Avrà cioè più coscienza della propria condizione di salute. Un’opportunità importante per i più giovani, a cui viene garantita una privacy totale, che spesso trascurano questi disturbi a causa del possibile imbarazzo sociale o familiare.
Come funziona Hoope
Hoope è estremamente economico rispetto alle alternative ora presenti sul mercato. Può essere portato ovunque ed è totalmente indolore (non prevede punture o prelievi). La forma è quella di un anello, il cui design è stato curato nei minimi particolari. L’innovazione principale riguarda il posizionamento di alcuni elettrodi al suo interno. Elettrodi che permettono di bloccare ogni sensazione di fastidio e sofferenza al paziente.
Per l’identificazione necessaria degli anticorpi, invece, Hoope procede attraverso indagini capillari portate avanti da una tecnologia che si basa su alcuni principi della microfluidica. Il tutto viene poi convertito in segnali elettronici tramite reazioni elettrochimiche. Il risultato è un esame accurato, dotato di un elevato grado di sensibilità e affidabilità.
Il sistema, inoltre, permette di ridurre drasticamente la quantità di rifiuti biologici e materiali che vengono prodotti per fare questo tipo di accertamenti: dagli aghi ai prodotti chimici usati per denaturare il sangue.
Il team e i premi vinti da Hoope
La startup, nata recentemente, è supportata dalla Singularity University. Basta inoltre dare uno sguardo alla composizione del team per capire quanto questo progetto abbia un’anima internazionale e quanta esperienza pregressa ci sia. Damel Mektepbayeva, ad esempio, viene dal Kazakhstan ma ha studiato negli Stati Uniti e in Francia; Ernesto Rodriguez Leal è nato in Messico ma si è formato ad Amburgo e poi a Londra. Irina Rymshina, sangue russo e peruviano, si alterna tra il Sudamerica e il Canada.
Il 4 giugno di quest’anno Hoope ha vinto il World Cup Tech Challenge, organizzato da SV Forum nel settore dedicato all’HealthTech. È stata selezionata anche per partecipare alla competizione parigina Hello Tomorrow Conference, n cui si sfidano tecnologie e progetti che vogliono cambiare il futuro dell’umanità.