Un mese per testare i postini volanti. Le poste svizzere, come Amazon, stanno utilizzando i droni per consegnare i pacchi ai cittadini. Ma è solo una parentesi: ci vorranno almeno 5 anni prima che il servizio entri in funzione.
In attesa che i droni di Amazon invadano i nostri cieli, ci sono altre realtà che stanno testando queste nuove modalità di consegna. Le Poste Svizzere, per tutto il mese di luglio, hanno assunto in prova questi nuovi postini volanti. È un progetto sviluppato con la Swiss WorldCargo e con un’azienda leader del settore come Matternet. Questo è il video diffuso ieri sui test:
La flotta dei droni
Si tratta di droni abbastanza piccoli, completamente bianchi, che si chiamano Matternet-One. Velivoli adatti per raggiungere luoghi isolati e impervi, difficili da raggiungere. Una risorsa, che potrebbe abbattere alcuni costi oggi sempre più insostenibili, da utilizzare anche in situazioni critiche, di forte maltempo o calamità naturale, per portare medicine o beni di prima necessità alle popolazioni colpite.
L’esempio a cui si guarda è quello che viene portato avanti dalla Deutsche Post, in Germania. L’ente tedesco, infatti, usa i droni per portare i pacchi in isole come quella di Juist, che si trovano nel Mare del Nord, in una posizione assai scomoda e complessa per i postini tradizionali.
Le rotte definite via GPS
Entrambe le realtà hanno optato per un tipo particolare di droni che non sono controllati da un pilota a terra ma programmati per seguire una specifica rotta dettata via GPS (con un software cloud sviluppato dalla stessa Matternet): «Il drone, che è estremamente leggero, è in grado di trasportare pacchi fino a un chilo di peso per dieci chilometri con una sola carica della batteria».
Sono test che, per ora, hanno dato riscontri positivi e confermato quanto i droni siano adatti a ricoprire questo ruolo. Non subito, però. Nonostante l’aviazione svizzera abbia dato il nullaosta per effettuare questi test fino al 30 luglio, dal giorno successivo i droni spariranno dai cieli elvetici: «Bisognerà aspettare una normativa diversa. Prima di cinque anni sarà difficile vederli in azione tutti i giorni».
La Redazione