La FDA (Food and Drug Administration) ha approvato il primo farmaco stampato in 3D. Combatte l’epilessia e, attraverso tecnologie innovative, risulta essere addirittura più solubile e digeribile rispetto alle pillole attualmente sul mercato.
Mentre alcuni giornali come Quartz puntano il dito contro la stampa 3D, dagli Stati Uniti arriva la notizia di un’altra conquista, di un altro passo in avanti per quella che molti hanno identificato come una delle maggiori protagoniste della cosiddetta quarta rivoluzione industriale.
Spritam è il primo farmaco stampato in 3D, introdotto per agire all’interno del corpo umano, approvato dalla Food and Drug Administration. Un attestato importante che rafforza la partnership tra questa tecnologia e la sanità americana. Dopo le protesi low cost e hi tech e l’aiuto portato dalle stampanti all’interno delle sale operatorie (solo per citare due tra gli esempi più noti).
Che cosa fa Spritam
Spritam viene utilizzato nel trattamento delle convulsioni epilettiche ed è prodotto dalla casa farmaceutica Aprecia Pharmaceuticals. La diffusione nel mercato è previsto nei primi tre mesi del 2016 ma rappresenta solo il primo di una serie di traguardi che l’azienda vuole raggiungere grazie alla stampa 3D. Soprattutto dopo aver ottenuto alcuni giudizi di merito dalla FDA: «Attraverso questa tecnica si è riscontrata una maggiore precisione nel dosaggio delle sostanze che compongono il farmaco».
«Spritam viene prescritto come terapia aggiuntiva nel trattamento delle crisi parziali, miocloniche e tonico-clonico che si manifestano in adulti e bambini affetti da epilessia» ricorda la società «un farmaco che può segnare un punto di svolta per gli oltre 3 milioni di epilettici degli Stati Uniti, di cui un sesto sono bambini».
Pillole che si sciolgono (molto velocemente)
La Aprecia ha messo a punto, stampando queste medicine, una tecnologia innovativa, chiamata ZipDose 3D printing, che rende ogni singola pillola più solubile e digeribile. Una tecnologia che, oltre a garantire dosi maggiori di farmaco, ha dunque due vantaggi: da un lato rende meno difficile ingerire il medicinale (soprattutto per i più piccoli, refrattari ad ingoiare pillole di grandi dimensioni); dall’altro riduce i tempi di scioglimento e di successiva assimilazione (venendo incontro a chi ha problemi di questo tipo). Qui un esempio:
Aprecia Pharmaceuticals
Aprecia è una società farmaceutica nata nel 2003 con sede a East Winsor nel New Jersey. La tecnologia ZipDose, invece, è stata ideata nel 2007. All’interno dei laboratori di ricerca di Aprecia la stampa 3D ha sempre trovato ampio spazio, soprattutto in una visione della medicina sempre protratta verso il futuro: «Negli ultimi 50 anni le case farmaceutiche hanno realizzato compresse nelle fabbriche spedendole poi agli ospedali» ha confidato alla BBC Mohamed Albed Alhnan, uno dei responsabili del progetto e docente di Farmacia all’University of Central Lancashire «Per la prima volta, invece, siamo in grado di produrle in un modo diverso, più vicino al paziente e con meno costi per tutti».
@ilmercurio85