In Italia scompaiono 1000 persone all’anno, sopratutto in mare. Questo drone può aiutare a trovarle. Si ricarica durante il giorno con l’energia del sole e può volare anche di notte. Ha già partecipato a missioni di ricerca e soccorso
Ritrovare persone scomparse grazie a dei piccoli aerei alimentati ad energia solare. Su questo sono incentrati gli studi decennali di un team di ingegneri dell’Autonomous Systems Lab dell’ETH di Zurigo. Sulla scia delle esperienze dello SkySailor – il primo ad effettuare un volo continuo di oltre 24 ore – e del SenseSoar, è stato possibile realizzare un nuovo prototipo, più leggero, resistente ed efficiente.
Si chiama Atlantik Solar, pesa poco più di 6 kg e ha un’apertura alare di 5 metri. Tecnicamente parliamo di UAV – Unmanned Aerial Vehicle – piccoli droni capaci di volare per giorni senza intervento umano. Con una struttura in fibra di carbonio e kevlar e grazie alla sua capacità di viaggiare giorno e notte, AtlantikSolar potrà essere utilizzato per missioni di ricerca e soccorso. Ma non solo.
Un drone da record
AtlantikSolar ha battuto il record mondiale per il più lungo volo autonomo della sua categoria, quello dei veicoli aerei senza equipaggio sotto i 50 kg. Il velivolo a pilotaggio remoto ha volato per 81 ore consecutive alimentato esclusivamente dall’energia solare catturata delle celle fotovoltaiche che ricoprono la sua superficie.
“Dovevamo essere estremamente efficienti energicamente – racconta Philipp Oettershagen, ingegnere del team ETH – quindi abbiamo dovuto sviluppare delle batterie estremamente efficienti, che potessero accumulare energia di giorno per averla a disposizione anche durante le ore notturne”. Un’impresa non facile: “Nelle ultime ore del nostro volo siamo stati colpiti da venti fino a 60 km/h e temporali”, dice Oettershagen. “Per superare questa situazione abbiamo dovuto aumentare velocità e altitudine ed effettuare l’atterraggio con l’autopilota”.
Specializzato in voli di ricerca delle vittime in acqua
Ogni anno scompaiono nel nostro paese circa un migliaio di persone. Secondo l’ultima relazione del commissario straordinario del governo per le persone scomparse Vittorio Piscitelli, ad oggi sono oltre 29mila gli uomini e le donne che ancora mancano all’appello. Molte delle quali scomparse a largo delle coste della Sicilia, per via delle tristemente note stragi di migranti degli ultimi tempi. A questo proposito, risultano fondamentali esperienze di ricerca come quelle di Sherpa e Icaro, entrambe finanziate dall’Unione Europea. Il primo progetto, guidato dall’Università di Bologna, è volto allo sviluppo di dispositivi robotici per l’individuazione e il salvataggio di persone travolte da valanghe. Per il secondo invece, si tratta di situazioni legate a terremoti e inondazioni.
In questo scenario si inserisce AtlantikSolar, già utilizzato in alcune missioni – legate al progetto Icarus – in Portogallo, dove è stato testato per la prima volta nella ricerca delle vittime in acqua. Paragonato ad altri UAV ad energia solare, come lo Zephyr7, il dispositivo realizzato nei laboratori dell’ETH fa delle “dimensioni” uno dei suoi punti di forza. Con la sua apertura alare di 22 metri e mezzo infatti, lo Zephyr7 non sarebbe adatto per missioni di ricerca e soccorso. “Il nostro aereo invece, può essere imballato in una scatola per un facile trasporto – dice Oettershagen – e una persona può anche lanciarlo con le mani per farlo alzare in volo”.
Anche per questa sua caratteristica, AtlantikSolar potrebbe rivelarsi prezioso non solo nel campo della ricerca delle persone scomparse. Grazie a questo drone ad esempio, si potrebbero eseguire ispezioni industriali e osservazioni meteorologiche molto precise a basso costo.
In volo verso nuove sfide
In definitiva, negli anni a venire stuoli di questi mini-aerei saranno impiegate per salvare vite umane. “La capacità di volare per giorni significa che sarà possibile coprire aree di grandezza maggiore rispetto a quanto fatto finora”, sottolinea Oettershagen. Il team di AtlantikSolar ha ora un altro obiettivo: diventare il primo velivolo autonomo interamente alimentato dall’energia solare ad attraversare l’Oceano Atlantico. Una schiera di tre AtlantikSolar volerà per circa 5mila chilometri su un percorso pre-programmato, da Boston a Lisbona. In vista di questo ulteriore viaggio da record, nei prossimi mesi il drone sarà testato su tratte sempre più lunghe.
Primo fra tutti, un volo di 12 ore al giorno attraverso la foresta pluviale brasiliana, vicino al Rio delle Amazzoni. “Lo faremo volare da Belem alla stazione di ricerca Caxiuana, coprendo circa 400 km solo ad energia solare”, racconta Oettershagen. “Nel contempo, faremo la mappatura aerea con le nostre telecamere ottiche e infrarossi e registreremo le informazioni atmosferiche con i nostri sensori di bordo”. Per i test c’è tempo fino a giugno 2016, data di partenza fissata per la grande sfida.