Filippo Moroni e Pietro Gabriele sono i fondatori di Solido3D, la società romana che ha progettato OLO: dalla Maker Faire New York alla Maker Faire Rome.
Due innovatori glocal: dalla loro digital factory romana, Solido3D, sono riusciti a conquistare critica, pubblico e occhi importanti alla Maker Faire di New York, sul finire di settembre, con OLO. L’obiettivo di Pietro e Filippo è proprio quello di aggredire il mercato statunitense, perché hanno le capacità, la creatività, e la rapidità di pensiero per farlo, caratteristiche fondamentali per quell’ecosistema d’innovazione oltreoceano, misto di sogno e d’avanguardia.
Caratteristiche che faticavano a trovare sfogo qui, in Italia: «siamo italiani, ci portiamo dietro la parte bella dell’Italia, ma non il carrozzone dei se, dei forse, dei poi vi faremo sapere – raccontano, con un misto di rassegnazione e rabbia – in California, 15 minuti non te li nega nessuno, e se in quei 15 minuti conquisti il tuo interlocutore, nel giro di una settimana concludi gli affari. In Italia, l’interlocutore spesso non sa nemmeno di cosa si sta parlando».
Alla Maker Faire di New York hanno vinto con OLO il premio “Editor’s Choice”. A fine ottobre sbarcheranno su Kickstarter con la campagna crowdfunding, e le premesse sono allettanti: «le sensazioni sono ottime, la partecipazione alla Maker Faire di New York ci ha portato, insieme all’entusiasmo, molti contatti, più di 20mila, tra Facebook e il sito web».
Filippo è un designer (ha vinto il Compasso d’Oro) che dal 2000 si occupa di prototipazione rapida. Ha creato Fonderie Digitali, progetto col quale ha partecipato alla Maker Faire Bay Area, ed è il fondatore di Solido 3D, a cui si è aggiunto Pietro, imprenditore seriale con un passato da giornalista e che ama definirsi come «quello che rende pratiche le intuizioni», tra cui quella di OLO.
Cos’è OLO
OLO è la prima stampante 3D per smartphone, e sarà compatibile con i sistemi operativi Android, iOS e Windows Phone. La volontà è quella di rendere la stampa 3D accessibile al grande pubblico, con facilità d’utilizzo, in modo mobile friendly ed economico.
«Il nostro prodotto ha le peculiarità e la forza creativa per essere venduto oltreoceano – racconta Filippo, con orgoglio – è arrivato il nostro momento, dopo aver passato quasi vent’anni a subire passivamente i loro prodotti. Ma la verità è che siamo sempre stati più avanti noi nel campo della stampa 3D».
Com’è fatto OLO
Sette pezzi e un piccolo motore, alimentato a batterie, compongono OLO. Viene interamente sfruttata l’elettronica dello smartphone dell’utente finale, il quale attraverso una app gratuita, potrà caricare i propri file, gestirli e lanciarli in stampa. Viene utilizzata una tecnologia a fotopolimero, con la quale è possibile realizzare oggetti di dimensioni contenute: 7,6 x 12,7 x 5 centimetri. Grazie all’applicazione si potranno condividere le proprie creazioni 3D, scaricare i modelli open source e offrire le proprie capacità progettuali alla community. OLO, così, oltre a essere la prima stampante 3D tascabile, per smartphone, sarà anche la prima ad essere social.
I prossimi passi
Pietro e Filippo saranno presenti con OLO alla Maker Faire Rome, 16, 17 e 18 ottobre. Giocare in casa avrà un sapore diverso dalla partecipazione alla Maker Faire di New York, e darà loro la possibilità di far conoscere la stampante al pubblico italiano. Lo sguardo e i pensieri, però, sono rivolti a fine mese, quando finalmente OLO sbarcherà su Kickstarter per ottenere i fondi necessari all’industrializzazione del prodotto. L’entusiasmo è grande, lo puoi ascoltare dalle loro voci, e hanno promesso al pubblico di StartupItalia anticipazione importanti: stay tuned!
Nota: Tutte le foto sono state concesse, alcune in anteprima, da OLO