Il progetto, sviluppato dalla Fondazione del Principe Alberto con l’azienda Boskalis, prende spunto dal lavoro di Enrico Dini e vuole essere un punto di svolta per una tecnologia che in futuro potrà creare nuovi ecosistemi marini.
Barriere coralline stampate in 3D per creare nuovi ecosistemi per gli animali sottomarini. Questo è l’ambizioso progetto pilota a cui sta lavorando la Boskalis, società olandese di servizi marittimi, in collaborazione con Fondazione Principe Alberto II di Monaco, AMPN (Association Monegasque pour la Protection de la Nature) e D-Shape di Enrico Dini.
La Boskalis è stata scelta perché usa un materiale particolare per la realizzazione di queste barriere: un tipo di sabbia dolomitica di qualità superiore rispetto ai materiali utilizzati in esperimenti simili svolti in precedenza. Progetti che avevano utilizzato il cemento come materiale per la riproduzione dell’habitat marino, scelta che ne ha decretato almeno il parziale insuccesso. In questi casi, infatti, i processi di colonizzazione da parte degli animali sono stati piuttosto lenti, probabilmente perché la barriera appariva poco realistica.
Un progetto nato (anche) grazie all’Italia
«Boskalis si è occupata nel 2010 del prestigioso progetto di recupero e valorizzazione della barriera corallina giamaicana», ha spiegato Astrid Kramer, biologa ambientale della società, durante la conferenza stampa ufficiale della presentazione del progetto.
«Il progetto di ricollocazione della barriera corallina giamaicana è ad oggi il più grande mai realizzato, ma i materiali scelti, in quel caso, sono stati molto diversi: calcestruzzo, plastica e parti di vecchi relitti. Proprio in quel periodo sono venuta a conoscenza del lavoro di Enrico Dini (su Che Futuro la sua storia, ndr) che stava stampando scogliere in 3D usando della sabbia. Questo era il pezzo mancante del puzzle. Tante barriere coralline artificiali hanno fallito perché poco adatte alla location specifica ove venivano collocate. La stampa di barriere progettate secondo precisi principi ecologici e scientifici, realizzate poi utilizzando della sabbia dragata localmente, sembra essersi rivelata l’idea giusta».
L’idea ha vinto il Boskalis Innovation Challenge, un premio che la società offre ai 7 progetti più innovativi presentati dai propri dipendenti ogni anno: gli Innovation Challenge permettono di trasformare alcuni progetti in realtà.
Nel maggio 2014, durante la cerimonia di premiazione, il nostro progetto è stato scelto con altri sei, tra le 70 idee presentate
Le caratteristiche di questa barriera corallina 3D
La Boskalis, insieme al Comer’s Lab di Monaco e all’AMPN (Association Monégasque de Protection de la Nature), sta realizzando per questo progetto sei strutture stampate in 3D, che andranno a costituire la barriera corallina artificiale. Ogni struttura, realizzata con la speciale sabbia dolomitica e particolari sostanze adesive, richiede tredici ore per essere stampata e misura 1.2 metri x 2, per due tonnellate e mezzo di peso.
Le barriere coralline artificiali saranno posizionate a 27 metri di profondità al largo delle coste del Principato durante l’inverno 2015 e verranno posizionate accanto alla barriera corallina naturale esistente, nell’area naturale del Larvotto; in questo modo gli scienziati avranno modo di studiare le dinamiche ecologiche che si sviluppano in una barriera corallina artificiale, posizionata accanto a una naturale.
Uno degli spunti più interessanti per i ricercatori sarà poter notare le differenze etologiche e di colonizzazione degli animali marini che si interfacceranno a questa struttura realizzata con la sabbia, rispetto ai modelli precedenti realizzati col calcestruzzo. L’osservazione di questo nuovo equilibrio ecologico durerà per almeno due anni, al fine di poter tracciare dei trend di medio-lungo periodo. La prima barriera artificiale realizzata dalla Boskalis è stata consegnata alla Fondazione di recente ed è stata presentata al pubblico durante una conferenza stampa il 19 ottobre scorso.
Un progetto pilota (che vuole fare storia)
«La FPA2 (Fondazione Principe Alberto II di Monaco) supporta progetti etici e sostenibili, con un particolare focus sul cambiamento climatico, lo sviluppo di energie rinnovabili e la lotta contro la perdita della biodiversità. Abbiamo avuto la fortuna di poter presentare il progetto al presidente della fondazione, durante una sua visita nei Paesi Bassi. Il progetto aveva vinto da circa un mese la Innovation Challenge e la sinergia è stata immediata: la fondazione cercava nuove soluzioni per aumentare le barriere coralline artificiali, già presenti sui fondali del Principato. La Boskalis voleva mettersi alla prova con un primo importante progetto pilota sul tema, che permettesse di approfondire la conoscenza aziendale sulle fasi di design, produzione, monitoraggio e livello di performance del prodotto», racconta la Kramer.
Lo sviluppo di barriere coralline artificiali stampate in 3D è ancora nella sua fase iniziale, non esistono infatti molti dati o ricerche imponenti su quest’argomento; «Per questo», conclude la Kramer «la Boskalis ha intenzione di condividere i dati di questo monitoraggio con l’intera comunità scientifica. Sarà un progetto pilota che permetterà di comprendere molti aspetti ad oggi sconosciuti e una crescita esponenziale della ricerca sul tema».