Alla Carnegie Mellon University hanno messo a punto una tecnica per stampare filamenti piccolissimi come i capelli o le setole di uno spazzolino. Il video è stato presentato allo UIST 2015 (User Interface Software and Technology Symposium).
Da una stampante 3D ci aspettiamo di veder spuntare grandi oggetti in polilattato, in plastica (magari anche cibo, tessuti e organi umani e perché no, case in argilla) ma un ambito ancora poco esplorato riguarda le tecniche per stampare molto in piccolo. Ad esempio filamenti grandi quanto un capello, quanto le setole di uno spazzolino da denti.
Ci sono riusciti alla Carnegie Mellon University dove Gierad Laput e i suoi colleghi, Ziang Chen e Chris Harrison, hanno elaborato una nuova tecnica servendosi di una normalissima stampante 3D FDM (fused deposition modeling), ovvero una stampante nella quale il filamento di plastica passa attraverso una bocchetta riscaldata e ne esce sotto forma di filamenti molto più piccoli, depositati strato dopo strato fino a raggiungere la forma tridimensionale voluta. L’effetto finale lo mostra il video che ha presentato la nuova tecnica allo UIST 2015, il convegno ACM User Interface Software and Technology Symposium.
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Una tecnologia semplice ed economica
Laput paragona la stampa di “capelli” in 3D al lavorare con una pistola per la colla a caldo, ed è proprio da qui che gli è venuta l’ispirazione.
Spruzzi un po’ di materiale e ti allontani. È un’idea semplice, sul serio
I filamenti che escono dalla stampante 3D possono essere manipolati nella maggior parte dei modi in cui potremmo intervenire su capelli o setole veri: ad esempio è possibile piegarli con l’aria calda, tagliarli in più parti oppure intrecciarli senza che si spezzino. Una tecnologia che non è solo è semplice ma anche decisamente accessibile: una stampante come quella utilizzata da loro non costa più di 300 dollari (circa 280 euro). L’idea era sviluppare una tecnica di stampa che possa integrarsi senza problemi o troppe complicazioni nel workflow di una qualsiasi stampante, ed è andata a buon fine.
Il difficile? Essere velocissimi!
L’unica difficoltà nello stampare filamenti di queste dimensioni è che, come spiega Laput, bisogna essere rapidi. Ma la testa della stampante decisamente non è progettata per salire e scendere rapidamente. Come risolvere? Sfruttando un movimento diverso, ovvero spostandola di lato insieme alla base sulla quale si poggia l’oggetto in via di stampa. Che può così scivolare verso destra o sinistra interrompendo la discesa del filamento ogniqualvolta sia stata raggiunta la lunghezza desiderata.
I prossimi passi
Per ora i capelli stampati in 3D nel laboratorio di Laput (tutti fatti di polilattato, il polimero termoplastico più usato nella prototipazione veloce) sono andati a finire sulla testa di un troll, a formare la coda di un cavallo, le setole di una spazzola e sotto il viso di un mago, a guisa di barba. Il prossimo passo sarà provarci con l’ABS, acrilonitrile-butadiene-stirene, l’altro termopolimero estremamente diffuso in ambito di prototipazione veloce -ma non solo: lo si trova anche nei LEGO- e continuare a sperimentare con vari materiali, in modo da creare filamenti dalle proprietà più disparate, ad esempio magnetici.