Nel capoluogo lombardo il nuovo anno scolastico 2015-2016 si aprirà con una novità: saranno ben 400 i ragazzi che andranno in classe senza la solita cartella pesante sulle spalle
L’iniziativa “Scuole Senza Zaino” lanciata in Toscana dal pedagogista e preside Marco Orsi è diventata contagiosa e con il suono della prima campanella dell’anno aumenteranno le classi che rivoluzioneranno il modo di andare e fare scuola, accogliendo anche 400 scuole milanesi. Il progetto approdato in maniera sperimentale nel capoluogo lombardo finora aveva coinvolto la primaria di via Bunacci ma tra qualche settimana sbarcherà anche in via Martinengo e in viale Mugello. I ragazzi non solo faranno a meno di andare a scuola con le loro pesanti cartelle ma troveranno ad accoglierli anche un’aula senza cattedra e banchi: un’architettura studiata per fare didattica in maniera diversa. Nelle classi si trovano schedari, computer, giochi, enciclopedie, libri, materiali per scrivere e ascoltare, disegnare e dipingere, modellare e costruire, registrare e riprodurre, strumenti didattici per le varie discipline di studio, materiali di cancelleria. Tutto ciò serve per un apprendimento efficace che che si basa sul metodo dell’Approccio Globale al Curricolum (Global Curriculum Approach).
Si tratta di realizzare una scuola diversa da quella tradizionale che è normalmente impostata sull’insegnamento trasmissivo e standardizzato impartito nei tipici ambienti definiti cells & bells (celle e campanelle), unidimensionali, dove aule spoglie sono ammobiliate con le consuete file di banchi posti di fronte ad una cattedra, cui fanno da riscontro disadorni atri e vuoti spazi connettivi. Con il progetto “Scuole Senza Zaino” si torna alla pedagogia montessoriana, il bambino viene rimesso al centro. La proposta che sta per coinvolgere numerosi classi milanesi vedrà impegnati, durante l’estate, i genitori dei ragazzi che saranno coinvolti nell’allestimento delle classi. Le esperienze in questo senso non mancano: al Circolo didattico cinque di Lucca sono partiti dalla convinzione che, se i genitori hanno la possibilità di partecipare all’attività scolastica, possono seguire più consapevolmente il percorso di apprendimento dei propri figli ed esercitare un’attenzione particolare al loro processo di crescita e maturazione.
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Si è tenuto conto del fatto che il desiderio e la voglia dei genitori di essere informati sono enormemente cresciuti in questi ultimi anni; e del fatto che la scuola “Senza zaino” incuriosisce e affascina, ma, in alcuni casi , provoca anche ansia, perché è difficile spiegare “a parole” ai non addetti ai lavori che con lo zaino si abolisce un sapere non partecipato, poco democratico, eccessivamente veloce, stressante, non inclusivo. Tant’è che gli insegnanti pur seguendo i programmi ministeriali, per partecipare al progetto, devono fare una specifica formazione. Finora a partecipare, in Italia, a questo progetto sono 83 istituti e altri 13 hanno già dimostrato interesse ad aderire alla rete nazionale lanciata dal preside emiliano. Una rivoluzione didattica partita dal “basso” che ha trovato il plauso del ministero e ora rischia di diventare un fenomeno nazionale che potrebbe costruire le fondamenta di una nuova pedagogia.