La giovane maker Valeria Cagnina durante l’Opening Conference della Maker Faire Rome ha parlato delle sue speranze per il futuro, dei suoi sogni e di tutto quello che ha già fatto a soli 14 anni con certe parole che fanno riflettere
Life with the machines. La mia “vita con le macchine” un aspetto a cui non ho mai pensato molto perché è una vita normalissima: per me è sempre stato così. Sono nata con le macchine. Un po’ come dire per voi “vita con la corrente elettrica o con la bicicletta”, anche se forse, a pensarci bene, quando io sono nata l’ipad non c’era ancora. Il mio mondo è sempre stato un mondo perennemente connesso e il mondo che vorrei lo è. Non solo in Europa e USA come ora, ma ovunque e soprattutto connesso alla velocità della luce.
Il mio mondo ideale è fatto di open data
Nel mio mondo ideale le SmartCity sono una realtà quotidiana e gli open data ogni giorno aiutano a migliorare la vita delle persone. Tutte! Accade ovunque e in tutto il pianeta. Chi ha già raggiunto questi obiettivi continua ad innovare e aiuta i paesi più arretrati ad evolvere in una rete globale che porta sviluppo e benessere per tutti. Lo sviluppo per essere tale deve dare le stesse possibilità a tutti, fornendo le stesse connessioni ed eliminando i limiti imposti dagli stati, dalle diverse realtà, culture e giochi di potere. Nel futuro che sogno saremo cittadini del mondo e la meritocrazia sarà ovunque. Non ci saranno dittature e regimi che limiteranno la libertà delle persone e vieteranno l’accesso ad internet o ad alcuni siti.
La Rete come soluzione ai conflitti
Nel mondo iperconnesso non serviranno le guerre. Attenzione. Non pensate ad un discorso banale di pace nel mondo. Seguitemi. Partiamo da un dato di fatto. Analizziamo il passato. Oggi (16 ottobre 2015) sono a Roma, arrivo da Alessandria, ho preso un aereo questa mattina e non ho certo avuto bisogno del passaporto. Se fossi venuta in treno non mi sarebbe servito neppure un documento d’identità. Un tempo però, nella storia remota, le città italiane si facevano la guerra, viaggiare e conoscere la città vicina era impensabile. Ci si muoveva a piedi, i tempi erano lunghi e i confini non si potevano attraversare. Chissà quante volte Alessandria e Roma sono state in guerra nella storia. Oggi questo ci fa sorridere; nessun romano si sognerebbe mai di dichiarare guerra e bombardare Alessandria e nessuno ci chiederebbe mai il passaporto per venire a Roma da Alessandria.
Proviamo ad ampliare questo ragionamento ampliando il territorio e passiamo dall’Italia all’Europa. Vale lo stesso discorso. Nella storia i singoli stati europei si sono fatti la guerra più volte, ma oggi chi può pensare ad un presidente italiano che si alza un giorno e dichiara guerra alla Francia o alla Danimarca? Qual è stato il fattore comune? E’ semplice la risposta. Provate a pensarci…
Quando si andava a piedi ci si faceva la guerra a 10 km, quando sono arrivati i motori la guerra si è spostata a 100 km. Poi gli aerei e la guerra è andata ancora più lontano. Allora, quando ci si fa la guerra? Quando si ha paura, quando la diversità terrorizza, quando non si conosce, quando non si incontra, quando non si hanno relazioni…in poche parole quando non si viaggia! La gente oggi viaggia e si sposta, le persone conoscono e prendono il coraggio di partire. Restano connesse sui social, sanno cosa accade, imparano come gira il mondo anche quando non possono muoversi, come le ragazzine che ho conosciuto in Nepal che mi tempestano ogni giorno su facebook con domande sulla mia vita.
Conoscere ed incontrare crea legami e non si fa mai la guerra quando ci sono legami.
Nel futuro iperconnesso si sale sugli aeri come sull’autobus
E’ questa la direzione verso cui stiamo andando seppur a fatica ed è quella giusta! Ecco perché nel mio mondo iperconnesso non ci saranno le guerre. Si salirà sugli aerei come si sale sull’autobus, non serviranno passaporti e controlli e, grazie alla tecnologia e alle macchine sempre più veloci che collegheranno il mondo in tempi brevissimi, la pace prima o poi esploderà anche in Medio Oriente. Anche le dittature più feroci si sgretoleranno per formare un mondo connesso e fluido, in perenne movimento, con persone che vanno, esplorano, conoscono, incontrano, innovano e, perché no, amano!
L’innovazione deve partire dagli studenti
A quel punto l’innovazione sarà ovunque e dovunque,in tutti i luoghi e in tutti i campi. Non si avrà più paura di evolvere. Pensate a tutti i campi in cui sarà presente l’innovazione totale: industria, medicina, trasporti, ambiente, sport, scuola… La scuola. Che tasto dolente…meglio non parlarne? Cosa dite? Parliamone! Io ne ho già parlato così tante volte. D’altronde siamo noi studenti che ne dobbiamo parlare, no? E’ il nostro mondo.
La scuola sarà la realtà che innova più di tutte in assoluto, non la più arretrata, non quella che ha più paura, non quella arroccata sulle sue posizioni preistoriche, non quella che ancora oggi non usa la mail e il web quotidianamente. So che qui oggi qui per fortuna non è così, ma la scuola là fuori, è anche questo, soprattutto nelle realtà provinciali come la mia. La scuola, innoverà più di tutti. Sarà per forza così, se deve funzionare non può essere diversamente! D’altronde come è oggi non funziona più. E’ un dato di fatto, siamo tutti d’accordo. Ma allora è possibile una scuola diversa?
La scuola che sta avanti
Alcune realtà qui già ci sono e sono rappresentate egregiamente.Tutti conosciamo Salvatore Giuliano e i suoi progetti. Io ho avuto anche degli scambi con Mimmo Aprile sulla scuola che vorrei e tanti altri sono presenti. Ma io voglio andare oltre. Una scuola ancora più diversa, ancora più innovativa, ancora più all’avanguardia e che stravolge tutti i canoni mentali di scuola a cui voi in questo momento state pensando, esiste? E’ possibile? Io vi dico di sì. Questa scuola non è un sogno, è una certezza ed è la scuola per tutti nel mondo che vorrei. Vi dico che esiste ed è una certezza perché io la sto frequentando e mi sta davvero cambiando la vita.
Ecco il mio pilot program al TAG
Tutti voi conoscete il TAG di Milano e la TAG Innovation School diretta da Alessandro Rimassa, vero? Avrete senz’altro sentito parlare della nuova sede di Calabiana appena inaugurata che io l’ho vista è a dir poco spettacolare. Ecco. La scuola che sto frequentando io è ancora più spettacolare della sede. Adesso cerco di spiegarvi meglio. Sto seguendo un percorso innovativo di mentorship ed education. Un pilot program. Ci sono alcune clausole di confidenzialità per cui non posso dirvi proprio tutto tutto quello che sto facendo. E’ ancora una sperimentazione e io ne sono un la cavia,anzi, sono il numero zero, che è più bello detto così. E’ un programma personalizzato unico in Italia (e probabilmente non solo in Italia!), proprio cucito addosso a me.
Una scuola su misura che mi rende felice
Il giorno in cui la mia vita si è incrociata inutile dirlo, grazie alla rete con quella di Andrea Porcu, il mio mentor e coordinatore del progetto, è stato un giorno di quelli che non si dimenticano. Io ero alla ricerca di qualcosa in più. La scuola aveva appena lanciato le selezioni per Codemaster uno dei tanti master che organizzano e io mi ero candidata. Ma erano solo per ragazzi più grandi, non potevo farne parte. La mia delusione era infinita. Ho mandato una mail spiegando perché avrei voluto essere presa lo stesso anche se ero troppo piccola.
Il risultato? Non mi hanno presa, però si sono “inventati” una scuola nuova (che sicuramente già avevano in testa) e che io non ero neppure in grado di sognare. Una scuola che è in grado di rendermi felice. Una scuola che mi fa sudare e fare tanta fatica, ma sempre con la mia felicità al primo posto. Oggi mi interrogo su questioni a cui non avevo mai pensato prima e scopro il mondo per analizzarlo in maniera critica. Non c’è nulla di classico e standard in quello che mi succede. E’ tutto fatto su misura per me e mi fa sempre sentire speciale e al centro. Sono parte attiva nella mia formazione, non devo seguire programmi senza senso di secoli fa che altri hanno studiato per me in un mondo che non esiste più. Non esistono regole prefissate che cadono dall’alto, ma regole che si costruiscono insieme. Io ho voce in capitolo. I miei orizzonti si allargano anche in quei settori che io ho sempre rifiutato. I miei mentor riescono a farmeli piacere quasi tutti. Tutto quello che accade viene ragionato e non assorbito e basta.
Mi vengono assegnati dei compiti complicati che mi sembrano follia e scopro che sono relativamente facili. Mi fanno andare costantemente oltre i miei limiti. E’ indescrivibile la soddisfazione che provo ogni volta. Imparo ogni giorno che non c’è quasi mai un modo univoco e giusto per raggiungere un obiettivo ma un modo migliore di un altro. Imparo a superare gli ostacoli o ad aggirarli anzichè cercare di sfondarli quando sono troppo grossi. Incontro e sperimento campi nuovi in cui non ho mai voluto cimentarmi.
Il futuro che sogno
La mia vita oggi è piena di cose interessanti, una più dell’altra, anche quando sono solo un video o un articolo appena uscito. E’ la chiave di lettura che rende tutto speciale. Sono i mentor che mi accompagnano a rendere tutto unico. Non so dove mi porterà il progetto, ma tutto questo e molto di più, è l’augurio che faccio a tutti i ragazzi nel mondo futuro che vorrei. Una scuola diversa in cui trovare mentor di alto livello professionale, con una vocazione particolare a questo ruolo che facciano vivere ad ognuno di loro ciò che io sto vivendo oggi.