L’Anci ha lanciato una iniziativa per sensibilizzare i ragazzi al riciclo: fino a giugno i rifiuti Raee si potranno portare a scuola
Chi a casa possiede una vecchia stampante o un cellulare di quelli della prima generazione ormai in disuso, oppure un frullatore arrugginito lo può portare a scuola. Non è uno scherzo e nemmeno l’idea di qualche professore interessato a rivendere l’usato, ma la proposta lanciata dall’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) con le scuole, le società che gestiscono la raccolta dei rifiuti e Ancitel Energia, per sensibilizzare i ragazzi sulla corretta gestione dei “Raee”, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Fra novembre e giugno 2016, gli alunni delle scuole primarie delle classi quarte e quinte e quelli delle secondarie di primo grado di oltre cinquanta comuni dell’intero territorio nazionale (Alessandria, Crotone, Gaeta, Pistoia, Rozzano, Todi, Ventimiglia, Pescara e tanti altri) verranno invitati a portare a scuola dei piccoli “Raee” e a conferirli in appositi contenitori che saranno posizionati all’interno degli istituti affinché gli addetti al servizio di igiene urbana li possano raccogliere. L’obiettivo è quello di sensibilizzare ed educare i più giovani che sono tra l’altro i maggiori fruitori di apparecchi elettronici a partire da cellulari, Mp3, radio, tablet e personal computer. I dati oggi non sono dei più confortanti: ogni italiano produce in media 14,7 chilogrammi di apparecchi elettrici ed elettronici e di questi solo poco più di quattro chili procapite, pari a circa il 30% dell’immesso sul mercato, viene correttamente raccolto e avviato al recupero. Secondo i promotori del progetto è necessario incrementare la raccolta e il riciclo di Raee, soprattutto a fronte dei nuovi obiettivi che la Comunità Europea impone agli Stati Membri.
La soglia minima da rispettare, stabilita dalla direttiva 2012/19/UE, non si baserà sui chilogrammi di apparecchi raccolti per ogni abitante, ma sul rapporto tra i quantitativi raccolti e la media delle nuove apparecchiature immesse sul mercato nei tre anni precedenti. Dal 2016 si dovrà raccogliere il 45% dell’immesso sul mercato, per poi passare al 65% nel 2019. E’ in quest’ottica che l’Anci e i gestori si rivolgono agli studenti perché possano comprendere che buttare questi attrezzi nella pattumiera o nel cassonetto della raccolta indifferenziata non è solo uno spreco perché si rinuncia al recupero di materie prime importanti come ferro, alluminio, rame e plastica, ma anche un costo per il comune dal momento che questi prodotti sono composti da sostanze inquinanti come i clorofluorocarburi o il mercurio.
La sfida è stata lanciata con questo progetto che è supportato da materiale digitale e da brochure dedicate ai diversi cicli dell’istruzione: ai ragazzi sarà consegnato anche un kit che servirà loro a capire meglio quali sono questi strumenti che vanno riciclati e come possono essere buttati. Una bella sfida educativa che coniuga la necessità di un Governo di raggiungere gli obiettivi posti dalla Comunità Europea con il lavoro che ogni giorno si fa a scuola insegnando le materie scientifiche e l’educazione civica.