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“Il 2015 sarà l’anno di Apple Pay“. Tim Cook, Ceo di Apple, non ha dubbi e ha rimarcato l’importanza del sistema di pagamento della Mela in occasione della presentazione di risultati trimestrali da record: le banche salite a bordo sono 750 e 2 transazioni contactless su 3 negli Stati Uniti vengono effettuate con l’ausilio dell’iPhone. L’Europa è pronta ad abbracciare la soluzione in estate. Il messaggio è arrivato forte e chiaro ai rivali di Cupertino: Samsung, i cui utili sono scivolati del 27% a causa del tonfo del 67% della divisione mobile, sta  provando a reagire con lancio di un (nuovo) portafoglio digitale proprietario e Google è pronta a ritoccare il suo di portafoglio digitale.

Tornando ai coreani, Samsung Pay gode di un accordo con Visa e dovrebbe essere presto resa disponibile sul Samsung Galaxy S6 che verrà annunciato a fine febbraio. A bordo alcune funzioni mutuate da Apple Pay come la conferma transazione tramite riconoscimento biomoetrico dell’impronta digitale. Inoltre è diffusa l’indiscrezione secondo la quale Samsung per rafforzarsi ulteriormente sui pagamenti ‘mobile’ sta trattando l’acquisto di una società chiamata Loopay.

Google per competere con la Mela sta invece pensando a nuovi servizi da includere nel suo Google Wallet. Le novità a cui sta lavorando da mesi, verranno presentate ufficialmente durante la conferenza annuale di giugno ma indiscrezioni rivelano che avranno a che fare con le banche finora reticenti a condividere con Google i dati di transazione e le abitudini di acquisto dei propri clienti, da cui BigG avrebbe tratto vantaggio per i suoi servizi di sponsorizzazione profilata.

Questo mancato appoggio secondo molti analisti è uno dei motivi per cui la soluzione di Google non è davvero decollata. Oltre alle banche, altre alleate contro Apple potrebbero essere le società di telecomunicazioni.Sembra oramai certo l’acquisto di Softcard, la joint venture creata nel 2010 dagli operatori telefonici AT&T, Verizon e T-Mobile Usa, per la cifra di 50 milioni di dollari. Attualmente, il sistema è disponibile per gli smartphone con a bordo il sistema operativo Android e Windows Phone (non iOs) ed è utilizzato in circa 200mila punti vendita statunitensi, tra cui Subway e McDonalds. Anche Softcard, come Google, ha però stentato ad acquisire una massa critica di utenti determinante al successo del suo wallet. Altro modo per spingere Google è l’introduzione del trasferimento di denaro attraverso Gmail, per ora solo nel Regno Unito, vincolato al portafoglio proprietario.

Intanto Cupertino, secondo i dati di SeatGeek, si sta distinguendo anche nel campo degli acquisti diretti via mobile: il tasso di conversione dall’ordine al completamento dell’acquisto con Apple Pay è pari all’80% da mobile, contro una media del 30% con le altre soluzioni di pagamento. Infatti più che per il pagamento nei negozi fisici – “Non andrai mai da Walmart solo perché puoi pagare con Apple Pay” ha dichiarato il fondatore di SeatGeek Jack Groetzinger -Apple Pay risulta vantaggioso e differenziante per il cliente nell’esperienza di acquisto online tramite smartphone. Questo perché, l’esperienza è davvero semplice e veloce. Tutte le informazioni della propria carta di pagamento sono già memorizzate nel proprio account Apple. Cliccando sul check-out Apple Pay si dovrà solo confermare la transazione con la propria impronta digitale. Il tutto avviene in pochi istanti. È nel mobile commerce dunque che la soluzione Apple fa la differenza. Conferme arrivano anche da Slava Rubin, Ceo della piattaforma di crowdfunding Indiegogo che ha registrato come le donazioni per le campagne siano aumentate di 2,5 volte da quando la piattaforma ha iniziato ad accettare pagamenti con Apple Pay. Canale preferito dagli utenti per gli acquisti, neanche a dirlo, il mobile. Anche Merchbar, che vende prodotti a tema musicale  (bottigliette d’acqua di Ozzy Osbourne, T-shirt dei Foo-Fighters ecc), calcola che un quinto dei pagamenti dello scorso mese è stato fatto con Apple Pay: il servizio ha ridotto la media di sosta alla cassa da 103 secondi a 17.