L’e-commerce made in Italy vuole crescere e per farlo sbarca in Borsa. Banzai è il primo operatore italiano di commercio online, al secondo posto se si considera Amazon e al terzo includendo anche eBay. Dal 2 all’11 febbraio punta a collocare sul mercato dei capitali fino al 39,4% delle sue quote. Per il 16 gennaio è poi atteso il vero e proprio debutto a Piazza Affari, nel segmento Star (“segmento titoli con alti requisiti”, un indice che comprende società per azioni di medie dimensioni, ossia con capitalizzazione fino ad 1 miliardo di euro) del mercato telematico azionario. Si tratta di 16 milioni di azioni ordinarie, per metà provenienti da un aumento di capitale volto alla raccolta di 50 milioni di euro e per l’altra metà messe in vendita dagli attuali azionisti. L’offerta non è estesa al pubblico.
A spiegare come verranno impiegati i capitali freschi recuperati sul mercato è lo stesso fondatore e amministratore delegato di Banzai, Paolo Ainio, “il 40% circa dei 50 milioni dell’aumento di capitale serviranno per spingere sulla leva della crescita, il 20-25% per migliorare i servizi ai clienti anche attraverso i punti Pick&Pay (un network di 63 punti fisici, localizzati in 49 province italiane, che consente la distribuzione dei prodotti su tutto il territorio nazionale) e il 20-25% sarà investito in tecnologia e dedicato all’espansione del nostro centro di Caleppio. Non prevediamo acquisizioni importanti, ma continueremo con quelle piccole”. Il collocamento delle azioni è rivolto solo agli investitori istituzionali “perché è più semplice e perché ci interessa avere una base azionaria che comprenda il nostro atteggiamento”, ha chiarito Ainio.
Attraverso i numeri cerchiamo di capire meglio di cosa si occupa questa società e cosa cambia con la quotazione.
I numeri dell’e-commerce di Banzai
Banzai è anche un leader nell’editoria online, in questo settore è un “pure player”, ossia non originato da un editore “tradizionale”, che prima magari ha operato sulla carta stampata. Tra i siti di e-commerce e media della società ci sono: ePRICE, SaldiPrivati, Giallo Zafferano, Pianeta Donna, Studenti.it e ilPost.
Oggi, un utente italiano di Internet su due accede ai siti del gruppo che nel 2008 aveva un fatturato di 20 milioni di euro e nel 2013 ha raggiunto ricavi per 153 milioni, con una crescita di circa il 37% rispetto all’anno precedente, “quando eravamo cresciuti del 20%”. Raccontava Paolo Ainio, l’amministratore delegato della società in un’intervista rilasciata alla fine del 2013 a La Stampa.
Fondata nel 2002 (ha poi avviato la propria attività con il nome Banzai S.p.A. nel 2007) la società attualmente conta più di 440 dipendenti e collaboratori. Ogni mese, oltre 17 milioni di utenti unici visitano i siti e-commerce e media di Banzai.
I dati aiutano a capire meglio l’ampiezza degli affari. Nel 2013 la società ha gestito più di 1 milione di ordini, generando ricavi di circa 130 milioni di euro solo sul segmento e-commerce. Per quanto riguarda invece il 2014, Banzai Commerce, nei primi 9 mesi dell’anno, ha raggiunto circa 4 milioni di utenti registrati ai suoi due principali portali: 1,5 milioni gli iscritti a ePRICE e 2,5 milioni a SaldiPrivati.
Il primo, nato nel 2000, è una piattaforma che consente agli utenti di acquistare sia direttamente dalla stessa ePRICE, sia da venditori terzi. L’offerta comprende diverse tipologie di prodotti sia tecnologici che di consumo, come computer, apparecchiature elettroniche, televisori, piccoli e grandi elettrodomestici, prodotti per la casa e servizi web.
SaldiPrivati invece è nato nel 2007, ed è un vero e proprio outlet online che opera proponendo ai propri utenti vendite private di capi d’abbigliamento, calzature, accessori, casalinghi, prodotti per l’infanzia e per la famiglia. Il portale offre, per un periodo limitato di tempo, prodotti fortemente scontati rispetto ai prezzi consigliati dai produttori e praticati sui canali di vendita tradizionali. Solo gli utenti registrati (l’iscrizione è gratuita) hanno la possibilità di partecipare alle vendite.
Al 30 settembre 2014, il fatturato di e-commerce di Banzai, diviso per tipologia di prodotto venduto, è costituito per il 53,1% da prodotti di elettronica, per il 28,2% da abbigliamento e altri prodotti e per il 18,7% da elettrodomestici.
I conti, i rischi e le strategie della società
Non è tutto oro quello che luccica. Come recita l’avvertenza in cima al prospetto informativo, chi ha intenzione di investire sulle azioni di Banzai è invitato a valutare al meglio le sue condizioni attuali.
Negli ultimi tre esercizi la società non ha distribuito dividendi e per ora non si sa ancora nulla di quella che sarà la politica post quotazione. Banzai ha chiuso i primi nove mesi del 2014 con una perdita di oltre 2,5 milioni di euro e ricavi per 120,3 milioni (in crescita del 21%). “Continuiamo a crescere a ritmi del 20% anno su anno”, ha precisato Ainio. Nessuna previsione, invece, sul tempo di raggiungimento del pareggio di bilancio. “Il nostro livello di perdita sul fatturato è sempre stato sostenibile e ancora per un po’ di tempo non faremo utili”, ha affermato il manager.
La scelta di andare in Borsa pochi mesi dopo una serie di ‘flop’ eccellenti tra cui quello di Italiaonline non spaventa il fondatore: “Noi siamo pronti e abbiamo deciso di andare avanti, non abbiamo pretese pazzesche, vediamo cosa dice il mercato”, ha commentato Ainio.
Sempre nel prospetto informativo, nella parte dedicata ai rischi, si legge che nel corso della sua storia operativa, Banzai non ha generato utili né flussi di cassa netti positivi in quanto impegnata nello sviluppo della propria piattaforma e delle attività operative.
Il risultato operativo del gruppo nel triennio 2011-2013 e per i nove mesi chiusi al 30 settembre 2014 è stato negativo, con una perdita pari a: 3,8 milioni di euro per il 2011, 1,3 milioni per il 2012, 2,4 milioni per per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2013 e 2,7 per i nove mesi chiusi al 30 settembre 2014.
La società ritiene però di operare in un mercato in sviluppo, ad alto potenziale di crescita, e sta pertanto investendo nella costruzione di una piattaforma tecnologica e operativa e di una organizzazione aziendale idonee a gestire volumi di attività superiori a quelli attuali. Banzai ha investito, e sta continuando a farlo, nello sviluppo di servizi distributivi innovativi (come per esempio la rete Pick&Pay, punti fisici per il ritiro e il pagamento dei prodotti acquistati online), che assorbono risorse finché i volumi non sono ancora sufficienti a generare economie di scala.
La strategia della società punta alla crescita dei ricavi e alla conseguente riduzione dell’incidenza dei costi per effetto di economie di scala che potrebbero determinare, nel medio-lungo periodo, una crescita dei margini tale da generare flussi di cassa positivi e utili.
Le previsioni sul mercato dell’e-commerce in Italia ed Europa
Per Banzai, l’eventuale ripresa macroeconomica dell’Italia può accelerare lo sviluppo atteso. Negli ultimi anni il mercato dell’e-commerce interno è cresciuto anche in presenza di una situazione economica difficile, una ragione in più per aspettarsi che la crescita possa continuare.
Secondo uno studio commissionato da Banzai a Callcredit, il divario nell’utilizzo di Internet tra l’Italia e altri paesi dell’Europa Occidentale è destinato a ridursi nei prossimi anni, prevedendo che il tasso di crescita annuale degli utenti per il periodo 2013-2018 si assesti su valori doppi rispetto alla media dell’Europa Occidentale. A dare una mano sarà soprattutto l’utilizzo di smartphone e tablet, che potrebbe risolvere alcuni dei limiti legati allo sviluppo della banda larga. Secondo le previsioni di Callcredit, in Italia nel 2017 gli utenti che utilizzeranno dispositivi mobili per accedere a internet supereranno quelli che si serviranno solo di connessioni via cavo.
Come nel caso dell’utilizzo generale di internet, anche la penetrazione dell’e-commerce in Italia è in ritardo rispetto ad altri paesi europei. Secondo Callcredit, soltanto il 2,2% del totale delle vendite retail italiane del 2014 è stato effettuato online, contro il 13,2% nel Regno Unito, l’8% in Germania e il 7,1% in Francia. Il potenziale di crescita è dunque ancora elevato e si stima che al 2018 il tasso di penetrazione dell’e-commerce in Italia sarà pari al 3,5%.