“Non abbiamo nessuna intenzione né c’è nessuna ipotesi di tassare il contante”. Lo afferma il viceministro all’Economia, Luigi Casero, commentando notizie che “stanno impazzando sui siti.
Il Governo non prevede l’applicazione di alcuna tassa sull’uso di denaro contante. È quanto affermano fonti del Ministero dell’Economia. L’ipotesi, riportata dalla stampa, prevedeva l’applicazione di un bollo sui versamenti in banca di denaro contante di valore superiore a 200 euro. Il Sole24Ore anticipava i contenuti di uno dei decreti delegati che arriveranno al prossimo consiglio dei ministri – relativo alla fatturazione elettronica – e la cui bozza conteneva ancora l’ipotesi che invece il governo spiega chiaramente non sarà nel testo finale del provvedimento.
Le misure sono finalizzate a diminuire l’uso del contanti ma anche a superare progressivamente l’emissione di scontrini come strumento di lotta all’evasione. Viene infatti attuata la delega nell’introduzione dello scontrino digitale e della fattura elettronica, con l’obiettivo di semplificare la vita a commercianti ed artigiani ma, allo stesso tempo, senza abbassare la guardia sull’evasione. Il provvedimento – spiega il quotidiano – poggia su tre pilastri: l’introduzione di scontrini e ricevute fiscali, la fatturazione elettronica tra privati, la tracciabilità dei mezzi di pagamento. Per quest’ultimo capitolo la bozza prevedeva l’applicazione di un’imposta di bollo proporzionale sui versamenti in contanti fatti alle banche per importi superiori a 200 euro. La bozza prevede, sul fronte della trasmissione telematica dei corrispettivi, l’obbligatorietà a partire dal 2017 dell’invio in modo elettronica dello ”scontrino”, per dare l’addio a quello cartaceo. Un obbligo al quale verrà sottoposta anche la grande distribuzione, dagli ipermercati ai discount. Si ipotizza così che l’invio di questi scontrini e ricevute telematiche possa avvenire non solo con i registratori di cassa ma anche con nuovi strumenti di pagamento, come smartphone e tablet, oppure con un potenziamento dei Pos, cioè dei dispositivi elettronici per il pagamento con Bancomat o carta di credito. Per favorire questo passaggio tecnologico la bozza prevedrebbe – spiega il quotidiano – anche un credito d’imposta per i soggetti più piccoli, come i commercianti al minuto, che adeguano le proprie strumentazioni. Il provvedimento punta poi ad attuare la cosiddetta fattura elettronica, con particolare attenzione a imprese e professionisti. Inutile dire che l’obiettivo è quello di stanare l’evasione, con l’obbligo di trasmettere i dati delle fatture emesse, e ricevute (nonchè delle rettifiche). Sarebbe un passo importante di digitalizzazione delle fatture che, tra l’altro, dal prossimo 31 marzo prevedono l’obbligo per tutti i fornitori delle pubbliche amministrazioni.
(via Ansa)