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“Il posto in cui le cose accadono prima” è l’Estonia. Sì, avete capito bene. O almeno un certo tipo di cose, quelle che hanno a che fare con il digitale e l’innovazione. Ecco perché ‘Estonia, where stuff happens first’ è lo slogan che questo piccolo Paese dell’Est Europa ha scelto per l’edizione 2015 del Mobile World Congress che si sta svolgendo in questi giorni a Barcellona e dove proprio nello stand estone verranno presentati i primi robot in grado di giocare una partita di pallone e di fare un combattimento di sumo.

Perché l’Estonia è più avanti degli altri?

La lungimiranza dei politici post-sovietici (l’Estonia è ritornata indipendente nel 1991 con la caduta del regime sovietico) ha fatto sì che già dal 2005 in questo Paese si potesse votare via internet da qualsiasi parte del mondo, così come compilare online la dichiarazione dei redditi, visto che tutto il sistema economico e finanziario è digitale. Il processo di digitalizzazione dello Stato è iniziato con la creazione di un codice di identificazione per ogni individuo al quale è stata affiancata la firma criptografica con cui sottoscrivere di tutto.

E se l’Estonia è diventata un leader anche nella gestione della sicurezza dei dati lo deve a quello che le ha insegnato un attacco hacker. Come spiega Riccardo Luna in questo articolo nel 2007, quando i componenti del governo di Tallinn avevano deciso di spostare la statua ai caduti sovietici  vicino a un cimitero, dove secondo loro  “meritava di stare”, erano scoppiati violenti disordini per le strade. A cui, parallelamente corrispose un attacco informatico, una vera e propria cyberwar che gli estoni attribuirono alla Russia. Mentre dal Cremlino giuravano di non avere nulla a che fare con gli hacker e invitavano i loro vicini ad andarci piano con le accuse.

Intanto, per settimane i principali siti internet di una delle nazioni più informatizzate al mondo sono rimasti inaccessibili agli utenti che si trovavano fuori dal paese. Secondo le autorità di Tallinn, si trattava di una ritorsione da parte di Mosca e forse anche di una prova generale di prossime aggressioni contro altri avversari. “Un nuovo tipo di azione bellica di fronte alla quale sarebbe necessario creare nuove forme di difesa collettiva”, scriveva Fabrizio Dragosei sul Corriere.

Ora, le istituzioni estoni assicurano che i loro siti sono sicurissimi e che non c’è più nulla da hackerare, grazie a un sistema sviluppato internamente (e per questo anche poco costoso) che si chiama X-Road e che si collega alla carta d’identità elettronica.

La residenza virtuale

Far parte di questa rivoluzione digitale si può. Diventare e-residenti di questo Paese baltico è semplicissimo. Il primo passo da fare è “fisico”, visto che bisogna presentarsi di persona all’ufficio delle polizia di frontiera di Tallinn, dove con 50 euro, dopo aver lasciato le proprie impronte digitali ed essersi fatti scansionare il viso si diventa cittadini virtuali. Dopo due settimane l’ufficio provvederà a recapitare direttamente a casa propria il kit con una smart card con chip, un lettore usb per leggerla e un software da installare sul pc. Naturalmente tutto ciò non ha nulla a che fare con la cittadinanza estone e con tutti i diritti e doveri connessi, ma si tratta solo della possibilità di accedere a tutta una serie di servizi digitali offerti dalla pubblica amministrazione estone, si tratta piuttosto di una sorta di identità digitale.

Un modo per avvicinare gli investitori stranieri, specialmente gli startupper, a questo Paese, dove il mercato è fiorente e la situazione favorevole dal punto di vista fiscale.  A questo proposito, Vice ha intervistato il giornalista britannico Edward Lucas che è stato il primo ad ottenere l’identità virtuale. “Puoi essere molto legato a un Paese senza esserne cittadino o residente” – ha spiegato Lucas – “Con la residenza virtuale una persona può usare servizi digitali come registrare online la propria compagnia o stipulare contratti”.

Secondo le stime del governo estone, entro il 2025, gli e-residenti dovrebbero arrivare a 10 milioni (gli abitanti dell’Estonia sono circa 1,3 milioni).

E-commerce ed e-payment 

Secondo la Commissione europea l’Estonia è al dodicesimo posto (su 28 stati membri) per gli ordini d’acquisto di beni e servizi online. Non tra i primi Paesi dell’e-commerce, quindi, ma nemmeno tra gli ultimi, come purtroppo accade per l’Italia (posizionata dopo la Grecia, al 26esimo posto). Gli estoni si fermano però esattamente sotto la media Ue, un risultato di tutto rispetto.

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Per quanto riguarda invece i pagamenti elettronici, sul sito di e-Estonia si legge che i biglietti degli autobus e dei tram possono essere regolarmente pagati via smartphone, metodo di pagamento che può essere utilizzato anche nei pub, negli esercizi commerciali e per fare acquisti dai distributori automatici sparsi per la città.

Tornando al trasporto pubblico, basta che il passeggero componga un  numero sul proprio smartphone per  comprare un biglietto o un abbonamento mensile. Visto che il titolo di viaggio è legato a un codice ID del passeggero, qualsiasi controllore potrà fare il proprio lavoro verificando l’ID Card dello stesso utilizzando un dispositivo mobile e potrà immediatamente vedere se il biglietto è stato acquistato oppure no.