Nella fabbrica che appartenne alla famiglia di Quintino Sella un incubatore e un fablab che uniscono tradizione tessile e innovazione nel settore. Negli spazi anche una banca digitale. I fondatori: «da noi innovazione è di casa»
«Sì, questo è un posto pieno di storie legate al tema dell’innovazione. E non ha mai perso la sua vocazione.». A parlare è Stefano Azzalin, responsabile del SellaLab, l’incubatore di startup promosso da Banca Sella, a Biella, per rilanciare il territorio e i suoi giovani.
«Questo non è solo un luogo dove si fa coworking. Qui si fa coworking più comaking, a seconda di cosa serve, in unico spazio open, sfruttando la tradizione della manifattura locale e le potenzialità delle nuove tecnologie». Questa, invece, è la descrizione fornita da Diego Massarotto che, insieme a Emanuele Gritti, gestisce il FabLab locale, nato come startup e quindi anch’esso incubato dentro la struttura.
Ho visitato il SellaLab a fine gennaio, durante una nevicata non violenta ma suggestiva. Pensavo di aver a che fare con una bella storia di riqualifica, come avviene spesso per i fablab, è invece sono stato travolto da un’enorme valanga di notizie e narrazioni sopite. Storie che si sono svolte all’interno di un edificio storico, imponente e delicato allo stesso tempo, cullato placidamente dal torrente Cervo. Una struttura che nella prima metà del diciannovesimo secolo ha ospitato il lanificio più importante del Regno d’Italia e che ha dato i natali e ospitato a molti rappresentanti della famiglia Sella; un luogo, trasformatosi in una banca, che è stato capace, in questa sua ultima metamorfosi, di inanellare una serie di primati nel campo dell’innovazione. Alcuni sconosciuti alla grande massa.
Un luogo da Guinness dei primati
È l’epopea storica dell’edificio in questione a rivelare le prime sorprese. Una cartiera, diventata lanificio, che si tramuta in banca e si reinventa incubatore. Un percorso lungo più di 500 anni, una metamorfosi che segue l’evoluzione e il progresso dell’imprenditorialità umana con un’efficacia sorprendente:
Un’esistenza secolare che ad oggi ha trovato nuova linfa. «Per far capire che aria si respira qui ti faccio due esempi» dice Stefano «Il primo: tra queste mura la chimica italiana ha stabilito uno dei suoi successi maggiori, ovvero qui è nato il brevetto che ha permesso che il colore venisse fissato al filo, una vera rivoluzione per il futuro della moda. Il secondo: questa è stata la casa di Vittorio Sella, uno dei più grandi fotografi di montagna del mondo. In questa atmosfera, con amici e colleghi, ha deciso di fondare quello che oggi è il Club Alpino Italiano (CAI)».
La famiglia Sella ha avuto un ruolo fondamentale per Biella e il territorio. Lo sviluppo del lanificio e dell’impresa tessile è stato fondamentale per la crescita e l’arricchimento del territorio, fin dall’Ottocento. «Si dice addirittura che fossero i Sella a stimolare gli operai più bravi a mettersi in proprio e a costruire nuovi lanifici. Creare concorrenza era allora un fattore positivo. Così nacquero i primi finanziamenti, un’antica formula di credito, che poi si svilupperà concretamente nella nascita della Banca Sella». Finanziamenti a giovani meritevoli affinché potessero sviluppare la loro idea e mettere a frutto il loro talento, una visione assolutamente contemporanea. All’interno del distretto di edifici è presente anche la casa di Quintino Sella che viveva quindi all’interno della fabbrica, secondo uno stile che oggi definiremmo “olivettiano”, stando cioè molto vicino agli operai e coltivando con loro dei rapporti di tipo sociale/affettivo.
Una banca digitale a SellaLab
La Banca Sella, pur essendo una banca piccola, è una banca che nell’ambito del digitale è sempre stata riconosciuta come “grande”, un istituto che su questi temi è stato sempre in grado di competere con i grossi brand: «Questo è perché sono state fatte tutta una serie di operazioni in passato, costruite con impegno e lungimiranza, in questa direzione» ricorda orgogliosamente Stefano «Nel 1997 siamo stati gli apripista per le operazioni di “trading online”. Ovvero le prime transazioni di questo tipo, in Europa, le ha fatte Banca Sella. Da lì in poi si sono sviluppate tutte una serie di innovazioni che hanno fatto sì che la banca arrivasse a sviluppare internamente la componente tecnologica di sviluppo dei sistemi informativi. Questo significa un investimento continuo nel personale, che gioco-forza deve sempre essere all’avanguardia e ben preparato, ma anche il possesso di un software interamente auto-costruito che può essere gestito e modificato con maggiore libertà. Tutto ciò ha dato i suoi frutti: ad oggi nel mondo del payment digitale la banca è riconosciuta come leader».
Ma tutto ciò non basta. Uno dei temi che assilla il team di Banca Sella, negli ultimi anni, è stato quello di capire quale fosse il modo, e il ruolo, migliore per generare produttività sfruttando le ultime tecnologie e il digitale. Da qui l’idea di fa nascere SellaLab, una struttura che nel 2013 assumeva il ruolo di laboratorio di ricerca e sviluppo per la Banca. Una struttura dinamica e snella ma che ancora non era collocata all’interno di questi locali. Il passaggio avverrà solo un anno dopo, con l’avvento del 2014 e un’apertura all’esterno: «E guardando cosa succedeva fuori non potevamo non occuparci e introdurci nel mondo della startup. Ci siamo chiesti: visto che lavoriamo sul tema dell’innovazione per la Banca Sella perché non farlo anche per il territorio e i giovani che vogliono far nascere un’impresa? Possiamo farlo come in passato, con lo spirito di una banca fortemente improntata verso le nuove tecnologie e in grado di supportare le buone idee. Così abbiamo intrapreso un ulteriore cambiamento nel nostro modo di fare banca: digitale è diventata la parola chiave che siamo convinti ci renderà ancora più competitivi e che distinguerà le idee che sosterremo in futuro. Ma come iniziare a farlo? Attraverso un incubatore. Una struttura che potesse accogliere gli startupper in un ambiente insolito per una banca: aperto, fresco, dinamico, non vincolato da forme rigide, da pareti o da ostacoli».
Una vocazione si è detto. Sì, perché le rivelazioni, mentre chiacchiero con Stefano, continuano a spuntare fuori: «Del resto, anche in questo caso, bastava riprendere il fare virtuoso adoperato in passato. Nel 2000 Banca Sella ha dato vita al primo fondo Ventures Capital italiano che al tempo si chiamava Jupiter. Jupiter è stato il fondo che ha decretato la exit di “Mutui On Line“, una delle più importanti degli ultimi quindici anni per il nostro Paese».
SellaLab in 6 numeri essenziali
Una realtà che nonostante sia attiva da due ha già fatto registrare numeri interessanti:
- Circa 250 startup da tutta Italia sono state visionate, analizzandone i business plan, le prospettive e gli obiettivi;
- 21 le startup (per un totale di 45 persone) attualmente iscritte, relative a diversi ambiti quali il tessile, i viaggi, il design, l’e-commerce e la formazione digitale;
- Circa 40 postazioni di lavoro dotate di tutto il necessario e di un collegamento wi-fi (il tutto in un ambiente di circa 220 mq. La struttura mette a disposizione anche una sala per le riunioni, un salottino per gli incontri (ad esempio con fornitori, consulenti o clienti) e un auditorium per l’organizzazione di eventi.
- Oltre 20 appuntamenti serali organizzati (i cosiddetti Digital Drink), un ciclo di eventi durante i quali i partecipanti possono confrontarsi su svariati temi con esperti di innovazione, internet e nuovi business per avere spunti e consigli per avviare la propria idea imprenditoriale. 70 persone è la partecipazione media a ognuno di questi appuntamenti, che continuano ad essere organizzati con cadenza bisettimanale.
- Nel mese di ottobre 2014 è stato organizzato un hackathon che ha visto la partecipazione di oltre 50 tra programmatori, creativi, webdesigners ed esperti di marketing
- Nel mese di dicembre 2014 ha aperto, nel cuore di Biella, “Spazio SellaLab”, un’area espositiva temporanea aperta al pubblico per promuovere la cultura d’impresa e l’attività delle start up del territorio, che si stanno sviluppando nell’ambito dell’accordo siglato tra SellaLab, l’acceleratore di idee del Gruppo Banca Sella, e l’Unione Industriale Biellese. Le startup “in vetrina” sono dodici, tutte biellesi, e operano su ambiti differenti: dal tessile al settore food, dal fashion all’artigianato, dalla stampa 3D al design.
- 1 FabLab, sviluppato in collaborazione con SellaLab e ospitato nei propri locali
Le 12 startup in vetrina di SellaLab
Ogni città ha la sua via dello shopping. Quella che di sabato sera si riempie, meta di passeggiate e chiacchiere, tra vetrine e offerte. A Biella si chiama Via Italia e, da qualche mese, oltre ai negozi di moda, c’è un’offerta in più. Il SellaLab, attraverso l’istituzione di uno spazio specifico, ha deciso di mettere in vetrina 12 startup. Un modo affinché la città si accorga di una realtà in divenire, che si espande nel territorio e che coinvolge i giovani del luogo e una nuova forma d’imprenditorialità. Una possibilità ulteriore per gli startupper, direttamente nel cuore di Biella, per farsi conoscere, spiegare la loro idea e incentivare altri aspiranti imprenditori ad avviare nuove attività.
In un’area espositiva temporanea aperta al pubblico, all’interno dei locali dello Spazio SellaLab, progettati dalle stesse startup, i visitatori potranno confrontarsi con i giovani presenti, per toccare con mano i loro prodotti e servizi e per ricevere informazioni e suggerimenti su come avviare una nuova impresa innovativa. Nello spazio, inoltre, viene organizzato un calendario di appuntamenti sul mondo delle startup.
Le startup “in vetrina” sono dodici, tutte biellesi, e operano su ambiti differenti: dal tessile al settore food, dal fashion all’artigianato, dalla stampa 3D al design. Le imprese presenti sono ArsalitArtes, Camisa ‘d Campiun, Davide Paganotti design à porter, Design_23, Ecru Atelier, FabLab, Italian Food Shop, Lanieri, Masala, Paganibike, Woodman Longboards e 2EAT.
Un FabLab per innovare la manifattura
Ultimo capitolo di questa storia è il FabLab. I due fondatori, Diego (32) ed Emanuele (31), non si conoscevano ma avevano in mente la stessa idea: aprire un laboratorio di fabbricazione digitale nella loro città, Biella. Entrambi avevano un lavoro, come ingegneri, lasciato alle spalle per inseguire una nuova avventura. «Ci siamo incontrati qui, presentando lo stesso progetto alla fine del 2013» rivela Diego. Il SellaLab li ha accolti unendone desideri e capacità e strutturando il FabLab attraverso la cura certosina di un business plan poi approvato direttamente da Pietro Sella, ad del gruppo Bancario. Il 1° agosto del 2014 nasce ufficialmente l’associazione a promozione sociale e il 1° ottobre s’inaugura lo spazio con la presentazione al pubblico.
Quello che portano avanti è un FabLab con una visione ben chiara: in primo luogo essere in grado di auto-sostenersi; in secondo luogo essere d’aiuto e supporto ai cittadini, alle aziende del territorio e agli startupper presenti nello spazio open del SellaLab; in terzo luogo procedere con un ricchissimo calendario di attività formative, normali ma anche inusuali. «Abbiamo visto altre realtà e abbiamo capito che se avessimo voluto un fablab attivo ed efficace avremmo dovuto essere presenti sempre, trasformarlo in un lavoro. Il laboratorio doveva avere l’anima di una vera startup» ricorda Emanuele. Come dedizione, come impegno, come individuazione del target, ovvero il territorio, queste premesse sono già decisamente mantenute: «Ma dobbiamo essere più orizzontali possibili, sfruttare il fattore tempo e dialogare meglio con tutte le realtà presenti nel biellese».