Investimenti pubblici, fiducia ai privati e sviluppo dei talenti. Londra è un esempio unico di startup city, un circolo virtuoso di stato e aziende che l’ha resa la capitale europea delle startup
Che Londra stia ormai da diversi anni cercando di porsi al centro della scena imprenditoriale europea è fatto ormai noto. Gli investimenti del governo Cameron nella Tech City londinese e i suoi piani di espansioni insieme ad un sistema di tassazione che favorisce gli imprenditori alla prima esperienza, hanno permesso la creazione di oltre 4.200 startup solamente nell’area londinese secondo i numeri di “Angel List”. Ma non si tratta ovviamente solo di interventi pubblici che hanno permesso una crescita cosi vertiginosa in così pochi anni.
UK nazione di Angel Investors
Un recente rapporto del “Centre for Entrepeneurs” (CFE) ha rivelato come il Regno Unito stia diventando un paese di “Angel Investors” seppur supportati dal “Seed Enterprise Investors Scheme” (SEIS), un programma pubblico annunciato nel 2012 dal ministro del tesoro britannico George Osborne che garantisce una riduzione del 50% delle tasse fino a £100.000 per chi investe nella startup. Si tratta di uno schema simile al “Entrepenuers investement scheme” del 1994 dell’allora governo conservatore di John Mayor che, secondo la ricerca del CFE, è stato utilizzato insieme al SEIS dal 90% dei piu di 7.000 Angels britannici.
La ricerca ha voluto guardare all’evoluzione della figura degli Angels inglesi, sottolineando che oltre il 50% ha un esperienza di investimenti inferiore ai 5 anni, che si tratta dell’86% di uomini (con le donne che sono comunque aumentate del 7% dal 2008), e che si tratta di investimenti fatti per lo più all’interno dell’area londinese. Sebbene non si tratti di numeri in grado di sconvolgere ciò che già ci aspettavamo, indicano un evoluzione e crescita costante della comunità degli investitori.
Mentre si moltiplicano gli eventi a supporto delle startup, come quello organizzato da Enterprise Nation a Gennaio nella suggestiva cornice della Somerset House di Londra, le startup già affermate stanno passando alla fase successiva, come evidenzia la ricerca svolta da “Silicon Milkroundabaout” il più grande evento per chi cerca e chi offre lavoro nel mondo delle micro-imprese.
Il momento di fare il salto di qualità
Sono sempre di più infatti le startup che assumono figure senior all’interno del loro organico, con salari che competono con quelli offerti dalle grandi multinazionali affermate nel settore. Lo stipendio medio per un Senior Marketer all’interno delle startup è aumentato del 37% mentre quello per Senior Sales e’ aumentato del 35% rispetto all’anno precedente. Uno sviluppatore, ad esempio, viene pagato una media di oltre £46.000 annui, contro i £36.000 offerti nelle altre compagnie.T
Un marketer può invece aspettarsi ad oggi di essere pagato oltre £42.500 contro i £39.000 della media nazionale per lo stesso livello di esperienza. Si tratta di benchmark interessantissimi che testimoniano come le startup inglesi stiano ora facendo il salto di qualità essendo passate dalla fase a forte crescita iniziale, a quella dell’espansione al di fuori dei confini nazionali. Le stime della Tech City ci dicono che le startup tecnologiche hanno avuto un apporto di oltre 100 miliardi di Sterline all’economia inglese, con un aumento dell’offerta di lavoro dell’80% rispetto all’anno precedente. Una crescita cosi rapida che e’ diventata impossibile da colmare con un gap stimato di circa 745.000 figure mancanti tra sviluppatori, web designer e data scientist.
Un sistema che ha già quindi portato i suoi frutti, supportato enormemente dalla lungimiranza di una strategia disegnata ormai 5 anni fa e sulla quale il governo conservatore aveva puntato giustamente tantissimo facendo leva soprattutto sulla Tech City, un organizzazione sostenuta con soldi pubblici ma con una mentalità del tutto imprenditoriale con a capo un americano di New York, Gerard Grech definito un “hipster” dal Financial Times per il suo approccio informale ed alternativo all’imprenditoria digitale.
Fare nascere nuovi talenti: un anno di coding
Proprio dalla Tech City è partito nel Novembre del 2013 la “Digital Business Academy” in collaborazione con University College of London, un programma che mira proprio a colmare quel gap di talenti di cui sopra e che sta costando miliardi di sterline all’economia inglese. Un problema che è già stato affrontato dal governo britannico che all’inizio dell’anno scorso, ha proclamato il 2014 “l’anno del coding” con numerose iniziative a sostegno dell’insegnamento dei linguaggi di sviluppo anche a chi non ne aveva mai sentito parlare. Tra gli obiettivi quello di formare una classe di insegnanti in grado di insegnare a scrivere codice già dalle scuole primarie.
“It’s not about creating a nation of computer programmers, it’s about creating a nation of problem solvers.”
Dice Gerch, che si definisce orgoglioso del fatto che ora in tutte le scuole del regno unito venga insegnato a programmare già dall’età di 5 anni.
Insomma il governo fa sul serio almeno quanto gli investitori privati e i dati dimostrano che si sia trattato di una strategia del tutto vincente. A dimostrazione che fare le cose in maniera seria paga