«Put your mouth where your money was.Today my money and my mouth both say equities», Warren Buffett
Mi capita spesso di sentire dire che in questi anni non si sa dove investire il proprio denaro perché nulla ha reso in questo periodo. È un argomento utilizzato dagli immobiliaristi per auspicare un rallentamento nella caduta libera dei prezzi delle case, o dai gestori di patrimoni per pararsi il c*lo o per giustificare strategie d’investimento complicate e (guarda caso) con commissioni elevate. Ma a parte queste opinioni interessate, è nel buon senso comune che il denaro non rende, o che per farlo rendere bisogna averne già tanto, essere dei geni della finanza e/o pagare ricche commissioni a uno (pseudo) esperto.
La realtà è diversa: lo Standards&Poors500, è l’indice di Borsa per eccellenza, il più semplice, il più “gnocco”, quello per chi “non vuole sapere né leggere né scrivere”, è accessibile a tutti, è una commodity, per questo ha costi bassissimi di gestione (io compro quello di Vanguard, con un TER** di meno di 20 basis points).
Bene, questo indice sale più o meno ininterrottamente da 6 anni.
Il 16 ottobre 2008 valeva circa 900 punti, qualche giorno fa era un po’ sopra 2100 punti; investendo 100 dollari il 16 Ottobre 2008, oggi se ne avrebbero circa 230.
Il 16 Ottobre 2008, nell’aftermath della crisi Lehman Bros, Warren Buffett ha pubblicato sul NewYork Times questo: “I don’t like to opine on the stock market, and again I emphasize that I have no idea what the market will do in the short term. Nevertheless, I’ll follow the lead of a restaurant that opened in an empty bank building and then advertised”:
Put your mouth where your money was.Today my money and my mouth both say equities.
Ora, non disquisire sul futuro di Borsa è un’ottima idea, e non è assolutamente detto che S&P500 vada bene in futuro – non ne ho la più pallida idea – quello che è certo, è che ci sono state forme di investimento semplici, accessibili e redditizie in questi anni.
Mauro Del Rio
Il titolo del post originale era: I capitali non rendono.“Ma dabò?” che è una espressione dialettale parmigiana; vuol dire “Ma davvero? Ma sei sicuro?”
** il TER, Total Expense Ratio, è l’indicatore di quanto, in totale, gli intermediari finanziari ti stanno facendo pagare per gestire i tuoi soldi. Se lo nomini alla tua banca, tipicamente l’impiegato non sa cosa sia e se lo sa, sbianca, perché capisce che ti dovrà spiegare che stai pagando un sacco di soldi per servizi inutili.