Intervista al founder di HomeToGo Wolfgang Heig. Nell’anno record per il turismo una startup nata ad Amburgo decide di allargarsi qui per sfruttare le potenzialità del mercato dei viaggi nel Belpaese.
HomeToGo nasce in Germania nell’aprile 2014 lì lavora fino a metà 2015 quando decide di espandersi in primo luogo in Italia. L’idea viene a due 35enni: il primo Wolfgang Heigl con una forte esperienza nel settore dei meta-motori di ricerca (founder di Swoodoo poi acquisita da Kayak) e Nils Regge che in passato ha fondato il portale per la prenotazione di case vacanza Casamundo. Ora i team sono completamente internazionali, l’età media è di 26-27 anni con persone che si dedicano giornalmente allo sviluppo delle attività in UK, US, Francia, Polonia, Italia, Spagna, Olanda e Danimarca oltre a Germania il cui team si occupa anche di Austria e in parte Svizzera. In prossimità dell’arrivo in Italia abbiamo intervistato il founder Wolfgang Heigl.
Intanto, presentiamo HomeToGo.
HomeToGo è un meta-motore di ricerca per le case vacanza, raggruppiamo tutte le offerte per questo tipo di sistemazioni presenti sul web e offriamo l’opportunità all’utente di confrontare tutte le offerte in maniera dettagliata su un solo portale: prezzi, servizi offerti, foto dettagliate, analisi della location. Così si semplifica il processo di scelta e prenotazione che finora, storiacamente, per questo settore è stato lungo e comunque caratterizzato da poca trasparenza dei prezzi. A breve inoltre lanceremo una nuova feature sul nostro portale in cui il sistema stesso consiglierà il periodo (la settimana per esempio) in cui prenotare in quanto più economico, cosa che rappresenta una novità molto interessante per gli utenti
Di startup che offrono servizi simili ce ne sono tante, in cosa si differenzia HomeToGo?
Un servizio simile lo offrono realtà importanti come Trivago o Skyscanner, per altri settori però. Ciò vuol dire che si approcciano ad una clientela diversa e con esigenze diverse. Il settore delle case vacanza è estremamente frammentato in Italia e non può essere confrontato con nessuno degli altri e nonostante la domanda sia in forte aumento, sia internamente ma soprattutto in Europa, dove le mete italiane sono sempre più richieste in tutte le stagioni. Noi ci proponiamo di strutturare questo settore e mostrare ai nostri partner il potenziale ancora nascosto; di conseguenza fornire loro clienti fortemente interessati al prodotto.
Fino a che vi scopre TechCrunch e…
Il loro interesse è stato praticamente istantaneo quando abbiamo iniziato ad investire in advertising in maniera massiccia e quindi a farci notare sui mercati. Il settore del turismo è spesso nell’occhio del ciclone e guadagnano rilevanza le startup che cercano di semplificare i processi; noi stiamo esplorando una nicchia, che in fondo nicchia non è, e lo facciamo con un forte orientamento al prodotto tecnologico cercando di offrire un esperienza unica all’utente e, essenziale, semplificandogli la vita in maniera netta. Poi è stato fondamentale per loro sapere che due fondi di investimento importanti hanno creduto in noi.
Adesso come sta andando?
In Germania e Francia va particolarmente bene, i tedeschi in maniera maggiore ma anche i francesi sono più degli altri orientati a questo tipo di vacanze “indipendenti”. Nel resto d’Europa e in Italia ci dobbiamo esporre maggiormante e focalizzarci ad “educare” l’utente a questo tipo di vacanza che nel tempo si è evoluto notevolmente rispetto com’era una volta, i servizi sono sempre più simili a quelli degli hotel e le location davvero invidiabili.
Avete fatto programmi di accelerazione?
Siamo partiti con un gruppo di business angels poi in maggio 2014 siamo stati finanziati con 2 milioni di euro da un fondo di Amburgo che si chiama Truventuro. A febbraio di quest’anno sono entrati altri 2 fondi di investimento piuttosto famosi nel settore: la tedesca Action Capital Partners, con 16 anni di esperienza ha finanziato realtà di successo quali Alando, Etsy, HolidayCheck e l’inglese DN Capital che in precedenza ha investito anche in Shazam, Book A Tiger e Quandoo, tutte ex-startup queste che continuano ad esitere e che hanno attività in positivo.
Fate molto bene a Berlino e poi vi allargate in Europa, è una cosa sentita più volte. Cosa c’è di speciale lì?
Le attività sono partite da Amburgo in realtà, ma sono state spostate a Berlino subito dopo. Berlino è il “the place to be” se vuoi fare startup in Europa, c’è molta condivisione e interesse, eventi e workshop notevolmente interessanti con cadenza giornaliera. Il network si allarga facilmente rispetto ad altre capitali europee e stanno aumentando di giorno in giorno il numero di finanziatori che arrivano per scoprire nuove aziende, che siano business angel o venture capitalist.