Il magazine Hot Topics ha stilato una lista con 100 nomi influenti nel campo dell’accelerazione di impresa. Ci sono 8 italiani, qui i nomi e i ruoli.
Il magazine Hot Topics ha stilato una propria lista dei nomi più influenti tra gli acceleratori di startup. Non una classifica, ma un elenco in ordine alfabetico. 100 nomi da segnarsi, a livello mondiale. 8 sono italiani. Da Roma a Milano passando per Trento e Firenze. 8 su 100 non è un cattivo risultato. Anche perché di fianco ai nomi degli italiani spuntano tra gli altri 92 quello di Dave McClure di 500 Startup e Paul Graham di YCombinator. A quanto risulta a StartupItalia! nessuno degli italiani (e presumibilmente nessuno dei 100) è stato contattato di persona per chiedere dati su track record o startup accelerate, o ha dovuto fornire documenti di alcun tipo. Ma potrebbe non essere un limite invalicabile considerato che una buona ricerca in rete permette di sapere tutto, o quasi, sulle aziende in questione. Il sito del magazine (dove la lista è stata riportata ed è consultabile qui) racconta di cosa si è tenuto conto per stilarla. E dentro non ci sono solo leader di acceleratori di impresa ma anche incubatori e fondi piuttosto noti. La metodologia non è cristallina, forse nemmeno impeccabile. Colpisce ad esempio che per l’Italia manca H-Farm di Riccardo Donadon. Ma il risultato è comunque una mappa utile dei luoghi e delle persone più influenti nel campo dell’accelerazione d’impresa.
I criteri usati
Quatto i criteri usati. Uno, la valutazione delle equity e la capacità delle startup accelerate di chiudere round di investimento dopo il percorso. Due, lo spessore delle competenze fornite. Tre, exit, scalabilità e Ipo delle startup. Quattro, soddisfazione di chi è passato attraverso il programma di accelerazione. Tutti declinati non tanto sull’acceleratore in se, quanto sui profili che ci sono dietro e che rendono possibile per competenza e network la crescita delle startup che sono passate. Per i motivi detti sopra non è del tutto chiaro come abbiano raccolto questi dati a proposito delle startup e degli acceleratori italiani, ad ogni modo la lista è redatta. Il quadro completo. E questi sono gli otto profili selezionati.
Gli 8 leader italiani
Luigi Capello, Luiss Enlabs. Imprenditore e business angels, ha lavorato per anni nel settore del private equity e fondato alcune startup. E’ co-fondatore di Italian Angels for Growth, la prima associazione di business angels in italia. Oggi è Ceo di LVenture Group, società di venture capital con sede a Roma e quotata in borsa a Milano. Nel 2010 fonda Enlabs acceleratore di startup che nel 2012 dopo un accordo con l’Università Luiss di Roma diventa Luiss Enlabs – Startup Factory.
Mauro Del Rio – B-Ventures. Imprenditore, fondatore e presidente di Buongiorno fondata nel 1999, quotata in Borsa Italiana nel 2003 ed in seguito è cresciuta globalmente fino ad essere acquisita per 300 milioni dalla giapponese NTT Docomo, colosso delle telecomunicazioni. Mauro Del Rio è attualmente la forza trainante della squadra di b-Venture, acceleratore di startup ospitata in sede per selezionati startupper italiani ed europei della Società.
Paolo Lombardi, TechPeaks. Formato all’Università di Santa Clara, è direttore e cofondantore di TechPeaks – The people accelerator, un programma internazionale per aspiranti imprenditori da tutto il mondo. A Trento per 4 mesi sono chiamati a migliorare le proprie skills d’impresa con una rete di mentor che vanta nomi da tutto il mondo.
Alessandro Nasini, Startalia. Romano, nel 1992 ha fondato Maple, azienda che si occupa di design. Due anni fa ha creato il suo acceleratore di impresa Startalia, dove ogni anno selezione un numero di startup variabile ma con un minimo comune denominatore: che siano “design driven”, ovvero che abbiano nel design di prodotto o servizio il loro fattore di forza. Il percorso di mentorship che offre è fortemente declinato su un settore del design e un network di clienti e di soluzioni già solido. Un po’ la specificità di colossi come YCombinator, ma più piccolo.
Jari Ognibeni – Industrio. Ha studiato all’Università Cattolica del Sacro Cuore, vive a Trento ed è il cofondatore di Industrio, un acceleratore di startup dedicate dell’hardware. Nel suo profilo Linkedin si legge che è «un’imprenditore e un investitore che fortemente crede nell’ecosistema italiano come un posto perfetto per creare e sviluppare prodotti tecnologici nei settori dell’automazione, dell’agri-food e del fashion». Lo fa a Trento, con il suo acceleratore.
Alessandro Sordi – NanaBianca. Architetto, ha cominciato a lavorare su prodotti digitali dal 1992. Fa parte del gruppo che ha fatto nascere Dada nei primi anni dell’internet italiano, oggi azienda con 600 dipendenti e clienti in 30 paesi quotata in borsa dal 2000 e più di un miliardo di euro di fatturato da 12 anni ad oggi. Con Paolo Barberis (oggi consigliere per l’innovazione del premier Matteo Renzi) e Jacopo Merello ha fondato nel 2011 Nanabianca, un incubatore di startup a Firenze.
Anna Testa – Tim #Wcap. E’ il capo di Tim #Wcap di Milano, l’acceleratore di startup che è all’origine della pipeline di Telecom Italia nel mondo delle startup. Entra in Telecom dopo aver studiato all’Università di Milano, coordina le attività di scouting annuale di Tim #Wcap. E’ tra i profili che hanno contribuito alla crescita dell’ecosistema delle startup milanesi.
Paolo Traverso – Trento Rise. Il terzo trentino nella lista. Già capo di Trento Rise, partner del network ICT Labs dello European Institute of Innovation and Technology (EIT), è il polo d’eccellenza dell’ICT in Trentino, una delle regioni più innovative d’Italia e d’Europa. In questo territorio, infatti, gli investimenti pubblici in Ricerca e Sviluppo sono più alti della media europea e hanno sede vari centri di ricerca, sia accademici che industriali. Traverso ha lasciato la presidenza di Trento Rise a giugno 2014, ma nella classifica il suo nome è comparso probabilmente per il ruolo ricoperto in passato. Trento Rise è stata messa in liquidità a luglio 2015, pochi giorni prima che questa classifica fosse pubblicata.
NB. Questo articolo è stato modificato il 5 settembre nella parte che riguarda la messa in liquidazione di Trento Rise a seguito di alcune segnalazioni.