Niente laurea e formazione da InnovAction Lab, così la 32enne ligure ha riscoperto il valore del km zero e fondato una sua startup in Italia. Storia di Sally Semeria
Ha rinunciato a un contratto da manager a tempo indeterminato a Airbnb per lanciare una sua startup. E quando ne parla, Sally Semeria, 32enne ligure con la passione per gli Stati Uniti, non ne è affatto pentita: anzi, dice, «negli ultimi tempi che stavo a Airbnb non vedevo più lo spirito che caratterizza le startup, era diventata un’azienda vera e propria, e non ci stavo più bene. Sentivo il bisogno di fare io qualcosa di nuovo». E così, insieme al 33enne Francesco Grandazzi, anche lui ligure, ha dato vita a Bjull, un sito web che mette in contatto proprietari di orti con clienti interessati a comprare prodotti a km zero. Il nome è quello di un cane a cui Sally è molto legata perché in una notte di tempesta portò in salvo il gatto di casa: «Da quel giorno ho pensato che dare il nome di un segugio ad una nuova impresa fosse un buon auspicio, e così finora è stato».
Niente laurea, ma formazione acquisita durante InnovAction Lab
«Non sono laureata e ho studiato alle magistrali: la mia formazione scolastica non c’entra nulla con quello che ho fatto dopo, nella vita», spiega Semeria, che dice di aver avuto l’esperienza formativa più importante della sua vita a InnovAction Lab sotto la guida di Augusto Coppola.
I successi (e le difficoltà) di Bjull
«Al momento su Bjull sono registrati 50 orti online – racconta Sally – e mancano all’appello solo tre regioni: Abruzzo, Marche e Valle d’Aosta: la maggior parte delle vendite le abbiamo registrate in Liguria e in Sicilia». Il motivo di queste tre mancanze, secondo Sally, «è che in Italia c’è molta arretratezza nella digitalizzazione. Per cui spesso diventa difficile per un agricoltore persino mandarti una foto o iscriversi al sito».
L’amore per gli Usa (e il desiderio di portarci Bjull)
Da quattro anni Sally vive a Milano, ma quando può scappa negli Stati Uniti. Ed è proprio negli States che, un anno fa, ha avuto l’idea di Bjull, che è stata poi sviluppata al rientro in Italia ed è online da gennaio 2015. Sono sempre gli Usa il terreno su cui Sally ha fatto le prime analisi per vedere se la sua idea poteva essere vincente. E ancora: sono gli Stati Uniti il posto in cui Sally e Francesco vogliono portare Bjull. «Da qui alla prossima primavera lavoreremo per stringere rapporti con associazioni no profit e siamo in contatto con la Camera di Commercio nel Michigan», spiega Sally, che aggiunge: «Abbiamo girato più di venti stati, e il Michigan è un territorio interessante per avere una buona riuscita del progetto. Siamo soprattutto interessati a Detroit, dove dopo la chiusura di General Motors è nato un grande interesse a sostenere iniziative di questo tipo».
I finanziamenti, in autunno
Oltre a questo, Semeria guarda anche al lato economico: «Siamo in contatto con un investitore italiano che vorrebbe finanziare Bjull, avremo la risposta in autunno. Per ora, per scaramanzia, meglio non svelare altro, ma siamo ottimisti».