Le nuove misure saranno contenute in un disegno di legge collegato alla Stabilità, l’obbiettivo è favorire la crescita delle startup innovative
Il primo ministro Renzi lo ha chiamato «il Jobs act per il lavoratori autonomi». Un popolo eterogeneo, variopinto, fatto da freelance, partite Iva e ragazzi che lanciano una startup. Nella conferenza stampa di presentazione della manovra il Jobs act degli autonomi è un pacchetto di misure che dovranno agevolare chi decide di diventare un autonomo. Mettersi in proprio. Lanciare un’iniziativa imprenditoriale innovativa. Chiedono da anni al Governo stessi diritti dei lavoratori dipendenti. Sono gli stessi che sui social hanno attaccato Renzi quando furono esclusi dal bonus degli 80 euro. Oggi un po’ cambiano atteggiamento: «L’annuncio di Renzi è un buon inizio, adesso attendiamo di vedere i contenuti», dice Giorgio Berloffa, presidente di Cna professioni.
Le nuove misure saranno contenute in un disegno di legge collegato alla Stabilità, che dovrebbe essere approvato all’inizio del prossimo anno. Le misure che riguardano startup e autonomi sono
- Meno rigido il regime forfettario con l’imposta al 15% per le partite Iva. Le soglie di ricavi vengono, infatti, aumentate tutte di 10mila euro. La preclusione all’ingresso nel forfettario scatterà se chi svolge un’attività da dipendente (o assimilata) ha percepito lo scorso anno più di 30mila euro (ma se il rapporto di lavoro è cessato il vincolo non sussiste più)
- Diventa più conveniente il regime agevolato per chi apre una nuova attività: l’aliquota ridotta dell’imposta (che sostituisce Irpef e addizionali, Iva e Irap) sarà del 5% e potrà essere mantenuta per cinque anni
- Le startup potranno sfruttare un prelievo ancora più ridotto che passa al 5% rispetto al precedente 10. Congelata l’aliquota contributiva per i freelance e gli autonomi iscritti alla gestione separata Inps: per il 2016 sarà il 27% (a cui va aggiunto lo 0,72% di quota maternità)