Intervista al Ceo di LVenture Group, Luigi Capello, sul 2015 dell’ecosistema startup in Italia. Crescono seed e micro-seed, ma per chi vuole scalare «in questo momento il mercato migliore è quello del gaming».
Il valore totale delle startup nel portfolio di LVenture è di oltre 55 milioni, in crescita del 59% dall’inizio dell’anno. Si chiude un buon 2015, dunque, per la società di venture capital romana guidata da Luigi Capello. Anche lui il 14 dicembre sarà tra i protagonisti dell’Open Summit di Startupitalia, l’evento nel quale assieme alle 100 migliori startup del 2015 sceglieremo la startup italiana dell’anno. Lo abbiamo intervistato.
Com’è stato il 2015 delle startup secondo il suo osservatorio?
«Sul versante micro-seed e seed è stato un anno estremamente positivo in quanto a risorse movimentate. Il mercato è molto positivo, noi abbiamo investito molto bene, la capacità delle startup di fare i primi fundraising intorno a 500mila euro. Le 6 che abbiamo presentato agli investitori a giungo hanno raccolto circa 500k a startup. Molto interessante perché il commitment è stato fatto in una sola serata. Nel 2013, due anni fa, per raccogliere somme inferiori a queste si impiegava circa un anno».
Quali sono le 3 startup che hanno fatto bene nel 2015, e perché?
«Visto che sono nel mio portafoglio sono come la mamma dei Gracchi, che fatica a dire quali sono i gioielli tra i propri figli (sorride). Sicuramente un encomio solenne lo merita CoContest, perché è entrata in un acceleratore internazionale (500 startups, ndr), tra le poche italiane. Poi Gamepix, una startup che ha trovato un filone molto interessante, e a mio avviso crescerà ancora perché il mercato dei giochi è davvero scalabile in questo periodo.
E infine Whoosnap, e faccio anche ammenda, perché è una startup che all’inizio non avevamo capito ma che invece ha delle potenzialità incredibili, sostanzialmente Whoosnap certifica l’orario e il luogo in cui sono state scattate foto o registrati video. E le applicazioni che stiamo vedendo sono tantissime, dal campo assicurativo a quello delle utilities».
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Tra queste 3, quale candiderebbe a “startup dell’anno”?
«Gamepix, sta realizzando per numeri molto importanti, sta allargando il proprio team, sta crescendo tantissimo in termini di utenti. Insomma, un anno fa Gamepix doveva dimostrare ancora delle cose, adesso secondo me è la startup dell’anno».
Cosa si aspetta dall’Open Summit del 14 dicembre?
«Spero che l’Open Summit possa essere utile a far vedere ai grandi investitori istituzionali che in Italia esistono le startup, e che investire in startup vuol dire investire nel futuro di tutto il Paese. Le startup non solo quelle fatte da 2 o 3 persone. Nascono piccole, certamente, ma alcune di queste adesso hanno già 30, 40 dipendenti. Il mercato è piccolo ed è anche frammentato. E spesso quelli che ci muoviamo in questo ecosistema anziché mettere insieme le energie tendiamo a disperderle, purtroppo».
Cosa può migliorare nel 2016?
«Come dicevo prima, dobbiamo portare le grandi aziende, i grandi investitori, nel mondo startup italiane. Fargli capire che qui sta nascendo una nuova generazione di aziende davvero innovative. Gli imprenditori italiani non siamo secondi a nessuno, ma dobbiamo renderci visibili. I numeri sono già importanti, ma non abbiamo ancora l’exit di 100 milioni di un 25enne».
Aldo V. Pecora
@aldopecora
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