Dopo Google, l’azienda di Sergio Marchionne a lavoro in Silicon Valley sull’automobile che si guida da sola. Dialogo aperto con il gruppo di Travis Kalanick e di Jeff Bezos
Fiat-Chrysler è sempre più inserita nel mondo della Silicon Valley. Dopo l’accordo con Google per progettare le auto a guida autonoma dei minivan Pacifica (s’inizierà con poche decine di veicoli) potrebbe presto decollare un altro accordo che potrebbe essere finalizzato entro la fine dell’anno. Stavolta l’interlocutore è Il superunicorno Uber.
Anche Uber sulle automobili senza pilota
L’accordo FCA-Uber dovrebbe ricalcare quello già siglato dal gruppo di Travis Kalanick con Toyota ed essere dunque legato al Programma Uber Xchange. Consisterebbe nella concessione di vetture in leasing. Non bastasse, per mettere in moto il progetto, che potrebbe coinvolgere anche altre case automobilistiche, Uber ha ottenuto da Goldman Sachs una linea di credito da un miliardo di dollari. Secondo altre versioni si tratterebbe invece di una replica del patto con Big G , dunque sempre intorno alle vetture senza conducente, fronte sul quale il CEO del Gruppo è impegnatissimo. L’anno scorso l’azienda di San Francisco ha lanciato un Centro di Ricerca a Pittsburgh, in Pennsylvania, e ha da poco svelato un prototipo che circola da solo.
Automobili per le consegne
Oltre a Uber e in generale al comparto della mobilità sostenibile e condivisa, su cui il stanno scommettendo anche altri player come Volkswagen, General Motors, Bmw e Daimler, FCA avrebbe avviato un interessante dialogo anche con Amazon che dovrebbe ruotare Intorno alle auto senza conducente, in particolare a veicoli predisposti per le consegne.
Dialogo aperto con le aziende automotive
Un’accelerazione verso l’innovazione che tuttavia lascia sorpresi solista quelli che hanno seguito con poca attenzione le ultime mosse del gruppo. Sergio Marchionne ha infatti da poco dichiarato che “Fca è aperta al dialogo con tutte le aziende che lavorano allo sviluppo tecnologico dell’auto“. E una strategia simile era già stata tracciata dal presidente John Elkann nella sua lettera annuale agli azionisti. Insomma, niente concorrenza con Google, Apple e altri protagonisti dell’hi-tech ma stretta collaborazione.
Altri soldi per Uber
Dal canto suo Uber ha anche incassato, oltre all’Apertura della Commissione Europea sul tema condivisione economia, ulteriore liquidità. Il Fondo Sovrano dell’Arabia Saudita ha infatti investito 3,5 miliardi di dollari (5% della società).