La multinazionale Accenture crede nell’open innovation e propone ai suoi clienti un piano in 5 fasi per individuare le startup con cui collaborare
Accenture ama definirsi come “un costruttore di ponti”, bridgemaker in inglese. È la parola che la multinazionale di servizi professionali nei settori strategy, consulting, digital, technology e operations usa per meglio descrivere la sua strategia di open innovation a favore di startup e aziende. La società dedica molti dei suoi sforzi a mettere in contatto i suoi tanti clienti con le giovani realtà imprenditoriali che potrebbero portare idee nuove per soluzioni sempre più all’avanguardia. L’elemento indispensabile, è inutile dirlo, è la tecnologia.
Le 5 fasi dell’Open Innovation secondo Accenture
Accenture è attiva con questo nome dal 2001. Ma ha ereditato le strutture e il business di Andersen Consulting, fondata nel 1989 da Arthur Andersen. Oggi ha 375mila dipendenti divisi in più di 120 nazioni. In Italia lavorano per Accenure più di 11mila persone in quattro sedi principali: Milano,Torino, Roma, Napoli, Cagliari. Stiamo parlando di un bacino di utenza di 2000 clienti sparsi nel mondo. Molti di loro chiedono sempre più spesso il sostegno dell’azienda di consulenza per entrare in contatto con la community delle startup.
Per farlo Accenture ha elaborato una strategia in 5 fasi per l’open innovation. Lo scopo finale di tutto l’impegno di Accenture è la “rottura digitale“. In sostanza, la capacità di apportare dei cambiamenti in seno alle varie società per rivoluzionare la produzione e introdurre sul mercato dei prodotti innovativi in grado di spiazzare clienti e concorrenti grazie alla loro tecnologia.
- Si parte con la costruzione delle basi per la promozione di una cultura dell’innovazione. Per le compagnie grandi questo può essere un passo decisivo per orientarsi correttamente tra le varie idee proposte.
- Il secondo step previsto dall’azienda è la definizione degli obiettivi del business.
- Segue poi la fase della scoperta: l’azienda deve esplorare le possibilità di contatto con altre realtà per trasformare la visione in azione.
- Dopo aver scelto i campi di azione arriva lo sviluppo del prodotto. Si fa leva quindi sui migliori player individuati durante la fase di esplorazione.
- Infine arriva il momento del lancio.
A quel punto non rimane che valutare l’impatto dell’innovazione introdotta sulle strutture interne dell’azienda, sulla percezione del brand all’esterno e sulle aspettative del cliente. In tutto questo percorso di innovazione Accenture fa da ponte. Aiuta a mettere in contatto i vari attori del processo di cambiamento, elabora dei piani, gestisce le transizioni e porta allo sviluppo di una soluzione che sia onnicomprensiva.
I luoghi in cui questo avviene: i 7 laboratori di innovazione
Per mettere in pratica tutta la sua strategia teorica Accenture ha predisposto dei laboratori di innovazione in giro per il mondo. A Sophia Antipolis in Francia, ad esempio, c’è l’Accenture Next Generation Financial Services Lab. Il laboratorio produce un rapporto trimestrale sulle migliori startup in grado di rivoluzionare il settore dei servizi finanziari. Ma quello di Sophia Antipolis è solo uno dei laboratori della multinazionale.
In tutto l’azienda ne gestisce sette, continuamente impegnati nello studio nei vari settori della ricerca tecnologica. Le soluzioni tecnologiche individuate devono saper rispondere alle esigenze del mercato e dei clienti. Il team tecnico di Accenture lavora con i leader delle aziende per scegliere le idee migliori e decidere se investire o meno nel loro sviluppo, nell’incubazione e nella loro integrazione nella strategia aziendale.
A Sophia Antipolis vengono passate sotto la lente tutte le proposte che riguardano l’intelligenza artificiale, la blockchain, le esperienze digitali, l’internet industriale e l’industria 5.0. Questi stessi settori sono il campo di azione di un altro laboratorio che ha sede nella Silicon Valley.
In Irlanda a Dublino, invece, il focus è solo sull’intelligenza artificiale che ritorna anche a Bangalore in India insieme all’ingegneria del software. A Pechino, in Cina ci si concentra sui sistemi e sulle piattaforme di ricerca e sviluppo, mentre ad Arlington in Virginia e in Israele il lavoro è tutto per la cyber security. I laboratori collaborano con una rete Accenture che include 400 centri di innovazione, studi e centri di eccellenza in 92 città di 35 Paesi. Ogni anno più di 200 corporate partecipano ai workshop organizzati dai laboratori di Accenture.
Come Accenture aiuta le aziende, grazie alle startup
Accenture è anche membro di RocketSpace, un campus dove le startup, gli imprenditori e i principali marchi mondiali si possono incontrare. La partecipazione di Accenture a questo programma per le corporate permette a RocketSpace di identificare le tendenze in ogni area di interesse e le eventuali soluzioni proposte dalle startup per rispondere a quelle esigenze.
IL FINTECH INNOVATION LAB. Appartiene alla stategia di Open Innovation di Accenture anche il Fintech Innovation Lab che offre alle aziende early stage e a quelle più affermate una piattaforma per sviluppare e provare le loro idee. Si tratta di un percorso di 12 settimane che viene ripetuto ogni anno dal 2012 a New York, Londra e Hong Kong e che assicura alle giovani realtà imprenditoriali supporto e guida. Dalla sua introduzione vi hanno partecipato 29 istituzioni finanziarie e 59 startup e sono stati raccolti 200 milioni di dollari. Nel tempo Accenture ha già realizzato i suoi risultati concreti nell’ambito dell’Open Innovation.
L’AIUTO ALL’EDITORIA. Per esempio, Accenture ha aiutato il gruppo Globo, il più grande gruppo editoriale in America Latina, a massimizzare il suo potenziale di “rottura digitale” identificando le tecnologie emergenti e le tendenze di mercato che più probabilmente avrebbero cambiato il gioco per i suoi affari e l’industria editoriale nei prossimi 5 o 10 anni. Accenture ha disegnato una visione tecnologica che guardasse al futuro per guidare la strategia di business di Globo e offrire i fondamenti per la selezione, l’implementazione e il lancio di nuove idee tecnologiche.
LE UNIVERSITA’. Per quanto riguarda la collaborazione con le università è notizia dell’11 luglio 2016 l’investimento di 500mila euro di Accenture in Robo Valley, l’hub di robotica alla Delft University in Olanda. Questo investimento significherà una collaborazione di cinque anni per la ricerca nel campo della robotica. Insieme Accenture e Robo Valley organizzeranno dei workshop per i clienti che vogliano usare i robot per aumentare la loro forza lavoro e far crescere il loro business.
L’Italia. 5000 metri quadri per le startup a Roma
E in Italia? La penisola è uno dei principali mercati della multinazionale e fa parte dell’Innovation Path di Accenture con due centri di eccellenza. L’Acin (Accenture Customer Innovation Network) a Milano e il Dac (Digital Acceleration Center) a Roma. I due settori di specializzazione della sede milanese sono la moda e l’alimentare. A Roma, invece, ci si concentra sul settore communications, media e technology (Cmt). Il Dac guida da Roma circa 30 progetti di innovazione in tutto il mondo esportando il proprio know-how in Olanda, Gran Bretagna, Stati Uniti, India, Filippine, Australia e Brasile.
Per quanto riguarda l’Open Innovation in Italia, uno dei passi più importanti Accenture l’ha compiuto l’8 luglio a Roma, investendo nella nuova sede di Luiss Enlabs. Si tratta di 5000 metri quadri dedicati all’innovazione nella Stazione Termini. Lo spazio potrà così accogliere 80 startup e diventare l’acceleratore più grande d’Europa.
Questa scelta risponde a una precisa indicazione che Accenture ha ricevuto dai suoi clienti: «Oggi quasi tutti i nostri clienti ci chiedono di poter aver accesso all’open innovation», ha detto a Startupitalia Marco Morchio, Managing Director Accenture Strategy per l’Italia, Grecia ed Europa centrale in occasione dell’inaugurazione della nuova sede romana.
Morchio ha richiamato anche lo studio Harnessing the Power of Enterpreneurs to Open Innovation che Accenture ha realizzato per valutare la propensione all’open innovation delle aziende. È venuto fuori che l’82 per cento delle 1000 imprese intervistate vede le startup come la strada privilegiata per diventare un business digitale.
E anche un incentivo economico con una crescita del fatturato compresa tra il 9 e il 20 per cento dopo l’avvio della collaborazione. Addirittura l’integrazione tra le grandi aziende e le startup potrebbe incidere in maniera positiva anche sul Pil di quasi il 2 per cento, per un incremento di 35 miliardi di euro. E al di là delle diffidenze di ancora molti imprenditori italiani in materia di collaborazione con le startup, il piano di Accenture sarà applicato anche nel nostro Paese: «Vorremmo lanciare dei programmi di accelerazione verticale nelle aziende», conferma Morchio.
Intanto, Accenture per il secondo anno consecuitivo ha organizzato in Italia un hackathon rivolto a studenti, neolaureati, designer, sviluppatori, esperti di marketing e data analyst. L’obiettivo? Realizzare un prototipo funzionante in 24 ore per scoprire i giovani talenti del digitale.
Lara Martino