Cisco, Italtel e Università di Parma insieme per un progetto IoT legato all’agrifood: un impianto per la depurazione dell’aria, di separazione pulviscolo-aria che si crea durante la produzione della farina
Un progetto di Industria 4.0 che ha l’obiettivo rendere “intelligenti” gli impianti e l’insieme di macchine, sfruttarne i dati e dare una risposta efficiente in termini di performance. Internet of Things? Sì, nel dettaglio stiamo parlando di un proof of concept, di un prototipo, di un filtro ciclonico a maniche, una macchina che al momento è nel campus dell’Università di Parma. Non una teoria, ma qualcosa di concreto: un impianto per la depurazione dell’aria, più precisamente di separazione pulviscolo-aria che si crea durante la produzione della farina. Una macchina alta sei metri, per 4 metri di larghezza. Iot? Una rete di sensori (di pressione, di portata) in grado di tenere sotto controllo un processo complesso e che comunicano in modo leggero, senza aver bisogno di cablaggi pesanti, ma in connessione wireless. L’ambito è quello dell’agrifood. Al progetto lavorano insieme Cisco, Italtel e Università di Parma (Dipartimento di Ingegneria Industriale). In collaborazione con Ocrim, azienda di Cremona, attiva nella produzione di mulini e nella fornitura di silos e trasporto cereali. Il progetto dura un anno. E’ stato firmato agli inizi di ottobre, ma Cisco, Italtel e Università di Parma ci stanno lavorando già dagli inizi del 2016. L’obiettivo? «Non solo assemblare una macchina, ma mettere a punto un approccio metodologico e creare un dispositivo scalabile e replicabile su diverse realtà» spiega Luca Ferraris, IoT Marketing Manager Italtel.
Internet of Things applicato all’agrifood
«Un esempio di Internet of Things applicato al mondo industriale e più nel dettaglio all’agrifood» ha precisato sempre Luca Ferraris. Un esempio anche di collaborazione virtuosa. «Una filiera complessa e completa. C’è una grande azienda che può migliorare i suoi processi e che mette a disposizione i suoi macchinari. C’è Cisco che mette a disposizione la tecnologia. Italtel come system integrator in grado di mettere a punto l’impianto. E poi l’Università, che ha un ruolo fondamentale». Per capirsi «noi – aggiunge ancora il manager di Italtel – facciamo il sistema nervoso. L’Università si occupa del cervello». Si occupa del progetto anche Roberto Montanari, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Parma. Che a proposito del futuro del progetto dice: «Il termine della collaborazione per ottenere il proof of concept è giugno 2017. Poi spero nasca una seconda fase». Quel momento in si sono verificate le condizioni per portare il modello fuori dal laboratorio.
Nuove tecnologie a supporto dei modelli matematici
L’ottimizzazione dei processi attraverso la virtualizzazione dei sistemi produttivi e l’impiego delle tecnologie IoT. Il tutto finalizzato a minimizzare i costi, incrementare la qualità del prodotto, migliorare i processi di manutenzione e aumentare l’efficienza. Questo l’obiettivo finale del progetto. E Cisco? Enrico Mercadante, Technical Operations and Cloud South EMEAR di Cisco e responsabile dell’area innovazione nel piano Digitaliani, sottolinea come «le nuove tecnologie IoT arrivano a supporto dei modelli matematici sviluppati in ambito accademico. Solo i dati raccolti in tempo reale dai sensori di campo – aggiunge – e trasferiti grazie ad una rete affidabile, sicura e a minima latenza, consentono di trasformare un simulatore statico in qualcosa di vivo, in grado di adattarsi alle condizioni mutevoli dell’ambiente e del mercato all’interno del quale è inserito, al fine di poter trovare sempre la condizione ottimale di funzionamento».