L’iniziativa di Eataly e Ford, in collaborazione con Twitter, per seguire in maniera “social” tutte le puntate di Masterchef. Ecco come funziona e perché non dobbiamo stupirci di poter usare lo smartphone a cena
«C’è una regola da seguire per partecipare alla cena: portare lo smartphone». Questa è la direttiva principale che si deve seguire se si vuol mangiare al Ford Social Restaurant, a Eataly Roma, e seguire in diretta le puntate di Masterchef, il programma culinario più famoso d’Italia.
Del resto si tratta di una “social dinner” in cui la chiacchiera in sala e la discussione via twitter, avvengono nello stesso momento. Anche grazie ad alcuni accorgimenti speciali: un TweetWall, di notevoli dimensioni, che riassume il mood della serata; il posto dedicato e “riservato”, in ogni singola tovaglietta, allo smartphone; una presa per mantenerlo sempre carico e disponibile all’uso.
Tutto ciò vi sembra un’esagerazione? Beh, non dovrebbe essere così e per capirlo partiamo da una foto.
Un (finto) isolamento
Guardatela bene. Nessuno parla, tutti leggono. Anche in passato, a causa dell’estremo desiderio di conoscenza, le persone si isolavano affondando il viso nella carta di un giornale. Esattamente quello che facciamo oggi quando usiamo il nostro smartphone per collegarci a Facebook, Twitter, Instagram e alle altre app che abbiamo scaricato.
Ma oggi, come ben descritto dall’illustrazione di Rosangela Ludovico, c’è una grande differenza: nessuno di noi può sapere che cosa sta catturando l’attenzione delle persone incollate allo schermo. Spesso, alienarsi, significa sconfiggere la solitudine; partecipare ad una discussione; far parte di una community. Parlare, confrontarsi, connettersi. Altre volte, infine, significa semplicemente dialogare con chi non è accanto a noi (ma è come se ci fosse).
In altre parole: esprimersi. Tutto il contrario di quello siamo portati a pensare se circondati da device accesi
Cos’è, dunque, una social dinner?
È innanzitutto un’esperienza di enorme interesse, immersiva e coinvolgente. Una tavola rettangolare, immersa nel blu, che ospita circa una trentina di persone appartenenti ad una community viva: quella di chi segue e commenta MasterChef dal proprio profilo twitter.
Da una parte ci sono gli influencer, ovvero profili di persone che hanno un certo peso (follower, seguito, etc etc) sul social nato a san Francisco; dall’altra semplici appassionati che amano raccontare e raccontarsi attraverso la partecipazione attiva. Chiudono il cerchio gli eliminati della settimana precedente (Masterchef è pur sempre un gioco) e un ospite d’onore.
Così, in compagnia, si trascorrono alcune ore tra rubriche (in diretta via Periscope) riguardanti la cucina, intermezzi musicali, foto, video e degustazione di piatti gourmet.
Twitter Halo 2.0
La social dinner è anche l’occasione per provare nuovi strumenti che la piattaforma di Jack Dorsey ha concesso in anteprima mondiale al trio Ford-Eataly-Masterchef. Ad esempio il Twitter Halo 2.0, una telecamera che fa video con effetti cinematografici, a 360°, fissata ad una pedana. Un oggetto da veri makers (e di sicuro effetto). O no?
.@frafacchinetti al #FordSocialR prova in esclusiva il Twitter Halo con una raffica di tweet https://t.co/5PrFozufEC
— Ford Italia (@forditalia) January 21, 2016
Vi racconto la mia cena connessa
Il 4 febbraio ho partecipato anch’io ad una social dinner. È stata una serata impegnativa ma anche molto divertente: ho lanciato quasi 50 tweet, commentando Masterchef con le persone che mi stavano accanto e con quelle che, come me, stavano gustandosi l’evento davanti ad uno schermo, a casa loro. Ho mangiato dei piatti ordinandoli con un tweet e ho ascoltato buona musica (dalla voce di Lidia Schillaci). Sempre con lo smartphone tra le mani.
Ma non mi sono mai sentito “isolato” pur avendo gli occhi quasi sempre incollati allo schermo
Ma è giusto essere connessi mentre si mangia?
Credo che, alla fine, sia una questione di contesto. E di saper utilizzare correttamente gli strumenti che abbiamo a disposizione. È il senso di appartenenza che ci rende sociali, anche in un lasso di tempo assai ristretto.
Un consiglio? Guardare al numero degli invitati: una “social dinner” (potete candidarvi qui) è un evento davvero allargato e senza confini che fa dell’interazione la sua colonna portante. Domenica, invece, è San Valentino; una cena “solitamente” per due. Forse, in quell’occasione, sarà meglio tenere spento ogni dispositivo e godersi una diversa intimità.
Alessandro Frau