Tadas Maksimovas ha costruito una “Gun Music Box”. Uno strumento musicale fatto da 10 pistole che suonano un ritmo speciale per accompagnare una canzone di pace. Ma il fine giustifica i mezzi? È arte?
Non avevo mai incontrato una storia così strana e che fosse in grado di mettermi in crisi. Credo sia la prima volta su The Next Tech. E prima di pubblicarla, credetemi, ci ho pensato molto. Poi ho deciso di lasciare a voi la decisione su quello che state per leggere e vedere. Gli ingredienti sono due: un messaggio di pace, bellissimo, ma costruito con uno strumento totalmente folle. Ma folle per davvero. Guardate questo video e scoprirete il perché:
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Uno strumento musicale fatto di armi
Quella che vedete è una “Gun Music Box”. All’apparenza non si differenzia tanto da una qualsiasi altra scatola di musica personalizzabile che potete trovare in un negozio di giocattoli o di strumenti. Ma alla base c’è una sostituzione: sono state di fatto installate dieci pistole cariche.
Il suono? Niente melodia ma un ritmo inquietante e costante.
Chi lo ha fatto
Lo ha costruito Tadas Maksimovas un artista lituano, ma ormai londinese d’adozione, che non è nuovo a questo tipo di stranezze. Due anni fa, in occasione dello Street musicians day, trasformò i propri capelli in corde di violino. Fu una delle performance più originali al mondo e che potete vedere qui:
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L’ispirazione (e altri esempi)
Come ammette lo stesso Tadas, non si tratta di un’idea nuova. Basta fare una ricerca su google per scoprire quante volte gli strumenti musicali siano stati adattati per i motivi più strani. Fonte d’ispirazione, ad esempio, è stato il lavoro di un collega olandese, Akko Goldenbeld, che ha mostrato quale fosse il suono della sua città Eindhoven. Come? Ricostruendola in rilievo e collegandola ad un pianoforte:
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Ma perché costruirla?
Sul suo sito, Tadas racconta delle difficoltà che lui e il suo team hanno incontrato nel costruire una macchina così particolare: «Siamo partiti dall’aiuto di un maestro artigiano, Jorg Sprave, che ha costruito un prototipo usando una sola pistola». Ma non era abbastanza. Bisognava costruire qualcosa di più grande e complesso. E anche pericoloso.
Ma non è finita qui. C’era un problema ancora più grande: «Una volta testato dovevamo ottenere tutte le licenze per poter usare e conservare quelle armi. È stato un processo lunghissimo. Un’attesa che sembrava non finire mai». Anche le autorità alla fine hanno capito lo spirito e la volontà che guidava l’artista e hanno ceduto.
Insomma, il fine giustifica i mezzi. Anche se quest’ultimi possono uccidere.
La canzone: un inno alla pace
La ciliegina sulla torta era ovviamente la canzone: «Avevamo solo un concetto in testa da trasmettere alle persone: fate musica e smettete di fare la guerra!». Per farlo Tadas aveva bisogno di un altro aiuto: un artista che fosse abituato a comporre testi di denuncia e che fosse in grado di adattate le parole al ritmo degli spari. Uno come MC Meesijus, che qui in italia non è molto conosciuto, ma che nel suo paese ha scritto molte canzoni impegnate contro i malesseri della società e contro il terrorismo. Questo è il risultato finale:
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Nota a margine
Ho guardato questo video molte volte. Anche adesso, mentre state leggendo. E non sono riuscito comunque a trovare una chiave di lettura definitiva di questa storia. Anche se il messaggio è positivo c’è qualcosa di fondo che non mi convince, che mi inquieta, che mi spinge ancora oggi a chiedermi se questo possa essere un modo giusto per denunciare qualcosa di intollerabile come la guerra, la morte, la perdita. È arte? Voi cosa ne pensate?
Alessandro Frau